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Market review n.10 2020

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I dati economici hanno evidenziato una caduta libera in aprile nella maggior parte delle principali economie. Anche se ancora in anticipo, il PIL reale del secondo trimestre sembra destinato a ridursi ad un 30%-40% di ritmo annualizzato negli Stati Uniti, nell’Eurozona, nel Regno Unito, Canada e altrove. Peggio ancora, alcuni grandi economie di mercati emergenti come la Russia e il Brasile sembrano essere nelle prime fasi dei loro focolai di COVID-19. Le previsioni di crescita globale per il 2020 sono ulteriormente calate intorno a -4%. Le misure che molti governatori nelle varie regioni del mondo occidentale hanno messo in atto per combattere la diffusione dell’epidemia di COVID-19 hanno portato ad un forte calo di PIL reale nel primo trimestre del 2020. I dati suggeriscono che l’economia l’attività si contrarrà ad un ritmo senza precedenti nel secondo trimestre.
Enorme contrazioni del PIL nel secondo trimestre costituiranno tuttavia una base relativamente bassa da cui ripartire nel Q3. L’attività economica in Cina, anche se lontana da come ha chiuso il 2019, continua a rimbalzare costantemente come la graduale riapertura del paese per lo più in corso. Il percorso a medio e lungo termine per l’economia globale rimane fortemente dipendente dalle prospettive della sanità pubblica locale. Come l’Europa, gli Stati Uniti e le altre economie si uniscono all’Asia per le riaperture, rimane da vedere se possono farlo senza una grande rinascita di casi COVID-19. Se epidemie e blocchi diffusi si potranno evitare, il periodo aprile/maggio dovrebbe segnare il punto più basso di l’anno dell’attività economica. Naturalmente se il virus riemergesse nella seconda metà del 2020, la ripresa economica sarà seriamente minacciato, e forse questa volta in modo più permanente. Detto questo, ci sono alcuni motivi di ottimismo a breve termine. In un certo senso con le attività preventive che la più parte dei Paesi hanno imparato, i dati di contagio e delle attività economiche non dovrebbero peggiorare. Questo dovrebbe essere vero soprattutto  in Italia,  anche se i dati ad oggi sono tra i peggiori in Europa, è previsto infatti un calo su base annuale del 10% del PIL. Ma come ha recentemente detto il consigliere della Merkel, Lars Feld , “se l’Italia non farà le riforme il PIL non crescerà in modo duraturo e ci sarà bisogno di un consolidamento dei bilanci pubblici dopo la crisi da coronavirus. Altrimenti il problema dell’Italia non farà che aumentare”.  Proprio questo passaggio di riforme ormai diventato obbligato per l’Italia, ancorchè disatteso per decenni, ci rende più ottimisti sul futuro.

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