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Market review n.11 2020

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Anche se il secondo trimestre sarà quasi certamente difficile per l’economia globale, ci sono i primi segnali confortanti che il peggio sembra essere passato. Gli indici PMI sulla produzione e servizi globali sono migliorati nel mese di maggio grazie al miglioramento del sentiment in tutti i diversi paesi. Alla luce di questi sviluppi, le prospettive per il 2020 sembrano stabilizzarsi. La stabilizzazione della crescita è stata favorita, almeno in parte, da una risposta aggressiva da parte dei responsabili politici globali. L’Europa è stato da questo punto di vista il centro dell’attività politica nelle ultime settimane. Sul piano fiscale fronte la Commissione europea ha proposto un’azione a livello regionale di un fondo di salvataggio di 750 miliardi di euro, di cui 500 miliardi di euro in sovvenzioni e 250 miliardi di euro di prestiti. Mentre un accordo finale potrà segnare diversi aspetti ed sarà probabilmente operativo tra molti mesi, questo è comunque un passo positivo. Per politica monetaria, la Banca centrale europea ha aumentato il suo programma di acquisto di emergenza in caso di pandemia per 600 miliardi di euro, mentre ci si aspetta che la Banca d’Inghilterra aumenti il suo obiettivo di acquisto di attività altri 200 miliardi di sterline alla fine di questo mese.
Come spesso accade intorno ai punti di svolta, le notizie sono contrastanti. Anche le previsioni del PIL per il 2020 per la Cina sono migliorate e ci si aspetta una crescita con il segno più quest’anno. Mentre le prospettive del PIL per l’Eurozona e il Canada sono decisamente peggiori in calo intorno all’8%.
In questo contesto macroeconomico evidentemente ancora molto debole, la preoccupazione che il mercato azionario sia salito troppo, ed abbia recuperato troppo velocemente dopo la peggiore sessione di marzo è stata una preoccupazione crescente tra gli investitori questa settimana,  che è stata guidata dalle perdite a Wall Street e dalle preoccupazioni per l’aumento delle epidemie di coronavirus negli Stati Uniti.
In particolare il selloff di ieri è stato troppo improvviso e grande per non far pensare quantomeno a conseguenze su un crescente disagio della percezione degli investitori sulla qualità e sostenibilità del recente rialzo del mercato degli ultimi due mesi. Si tratta evidentemente solo di un’osservazione di rischio accresciuto nei mercati che è destinato ad essere ridimensionato solo quando la volatilità degli indici azionari rientrerà rapidamente verso i suoi valori osservati nel mese di maggio, difficile invece fare previsioni sui tempi di rientro ai valori di volatilità osservati nei mesi pre-pandemia.

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