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Market review n.19 2019

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L’economia mondiale rimane sotto pressione, con una crescita del PIL reale del 2019 che sembra sempre più lenta dal 2009. La debolezza continua risulta concentrata nel settore manifatturiero, mentre l’escalation della controversia commerciale tra Stati Uniti e Cina inizia a portare conseguenze sulle catene di approvvigionamento globali. In questo contesto la recente offensiva turca in Siria è destinata ad acuire le tensioni geopolitiche e le relazioni commerciali con la Turchia, mentre Germania e Francia si sono unite ad altri Paesi europei che hanno vietato la vendita di armi ad Ankara,  al consiglio Ue dei ministri degli Esteri ci si aspetta che un analogo provvedimento venga preso dall’intero blocco.
Le PMI manifatturiere dell’Eurozona sono ai minimi che non si vedono dalla crisi del debito sovrano europeo iniziato verso la fine del 2011, mentre la crescita della produzione industriale in Cina è al suo punto più basso degli ultimi 20 anni. Il settore dei servizi nella maggior parte delle grandi economie continua ad espandersi, ma anche questo settore recentemente ha iniziato ad accusare i primi contraccolpi.
Finora, la risposta della politica fiscale nelle economie sviluppate è stata minima, lasciando alle banche centrali il compito di fare il lavoro pesante. La Banca Centrale Europea (BCE) ha tagliato i tassi a settembre e ha riavviato il suo programma di allentamento quantitativo, mentre diverse banche centrali dei mercati emergenti come la Bank of Mexico e la Reserve Bank of India hanno continuato a tagliare i tassi nel tentativo di stimolare una crescita economica più rapida.
I prossimi mesi saranno fondamentali per le prospettive, con una scadenza del 31 ottobre per il Brexit e molteplici possibili aumenti tariffari negli Stati Uniti tra oggi e la fine dell’anno. In questo contesto, è probabile aspettarsi che la maggior parte delle banche centrali rimanga in modalità easing per sostenere le loro economie. Brexit e l’incertezza commerciale sembrano destinati a rimanere questioni importanti nel 2020 e di conseguenza la crescita economica globale rimarrà probabilmente relativamente lenta almeno per tutta la prima metà del prossimo anno.
Negli Stati Uniti l’attuale ciclo di espansione economica continua ad avere una durata record, i segnali però che la crescita si stia appiattendo incominciano a vedersi in una serie di indicatori macro economici.
La curva dei rendimenti US treasuries continua a mostrare alcuni effetti tendenziali di inversione e, anche se questo non rappresenta un fattore esaustivo in termini predittivi di recessione , tuttavia rimane un indizio preoccupante. Tutti gli indici più rappresentativi sembra che stiano raggiungendo un livello di massimo o hanno già iniziato a scivolare ulteriormente in territorio di contrazione in particolare per il settore dei servizi.
La minaccia più visibile per l’economia continua ad essere la guerra commerciale, che è passata da una preoccupazione per l’industria manifatturiera, ad un fattore spesso citato nel deterioramento del sentiment nel settore dei servizi e in varie misure del sentiment dei consumatori.

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