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Market review n.17 2019

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La crescita economica globale ha continuato il suo graduale rallentamento a causa del perdurare delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, le questioni Brexit rimangono irrisolte e l’allentamento monetario da parte di alcune delle principali banche centrali non ha ancora avuto molti effetti in termini di stabilizzazione e rafforzamento dell’attività economica globale.
Se da un lato la scarsa performance delle principali economie contribuisce a rallentare la crescita, alcune delle principali economie emergenti contribuiscono anche alle prospettive meno favorevoli. In particolare, l’economia cinese rimane su un sentiero di rallentamento, con una crescita delle esportazioni che diventa negativa in dollari USA. Sebbene la banca centrale cinese abbia ridotto la liquidità in risposta, è ragionevole supporre che qualsiasi risposta di politica monetaria o fiscale verrà ampiamente calibrata per attutire il rallentamento della crescita, e quindi vedere la crescita del PIL rallentare al 5,6% entro il 2021. Anche la crescita economica dell’India è stata molto deludente nella prima metà del 2019.
In questo contesto l’economia statunitense sta dimostrando una grande resistenza. La crescita è rallentata, ma rimane abbastanza forte da impedire che il tasso di disoccupazione aumenti. La Federal Reserve è in ogni caso pronta a fornire ulteriori rassicurazioni contro i rischi di ribasso.
Anche nelle altre principali economie, il continuo allentamento della politica monetaria da parte di molte banche centrali del G10 rimane un tema importante, e in Europa gli annunci di politica della Banca Centrale Europea saranno al centro dell’attenzione nel mese di settembre.
I corsi azionari in Europa hanno già ricevuto una spinta dopo che la Banca centrale europea ha tagliato il tasso di deposito e si è impegnata ad acquistare attività a tempo indeterminato, nel tentativo di sollevare l’economia in difficoltà.
Mentre gli investitori si aspettavano un ulteriore allentamento monetario da parte della BCE, le notizie erano ancora in gran parte incoraggianti. Il tasso sui depositi è stato ulteriormente ridotto in territorio negativo, scendendo di 10 punti base allo 0,5% negativo, annunciando al tempo stesso di riavviare il programma mensile di acquisto di obbligazioni.
La BCE ha anche detto che i tassi di interesse rimarranno ai livelli attuali o inferiori fino a quando le prospettive di inflazione convergeranno con il tasso di inflazione obiettivo della banca, vicino, ma appena al di sotto del 2%. Ha inoltre adeguato le sue operazioni di rifinanziamento a lungo termine per stimolare ulteriormente la concessione di prestiti.

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