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Troppo fragili per riforme in deficit Intervista a Andrea Battista, CEO di Net Insurance S.p.A.

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Spread, tassi, politica di bilancio. Vede la possibilità di una ripresa?
Certamente la situazione può migliorare, in termini di spread siamo tutt’ora a dei livelli incredibilmente lontani da Spagna e Portogallo e assai vicini alla Grecia. Le condizioni monetarie sono e – forse inaspettatamente – si annunciano assai espansive e anche lo spauracchio Weidmann – timore a mio parere comunque esagerato – è tramontato. Per quanto politiche espansive facciano più o meno comodo a tutti i paesi e relativi governi – l’Italia ne è certamente la maggiore beneficiaria di breve termine, purché l’utilizzo di questa ulteriore opportunità – di durata probabilmente non breve – non sia nel rinviare o anche solo rallentare le riforme e gli interventi necessari, in particolare la fondamentale strategia di riduzione del debito. Per citare un’espressione cara a Carlo Azeglio Ciampi, “sta in noi”. Se prendiamo la strada sbagliata – tipo fare riforme fiscali più o meno esplicitamente in deficit – le condizioni potrebbero anche tornare rapidamente a peggiorare. Ogni equilibrio con un debito come quello italiano è per definizione fragile. 

Le assicurazioni detengono in portafoglio il 15% del debito pubblico italiano per un totale del 40% degli investimenti assicurativi. È un’eccessiva concentrazione di rischi?
La quota di attivi a copertura delle riserve investita in titoli di stato è certo significativa ma comunque in tendenziale riduzione, sotto la spinta degli incentivi e dei vincoli di Solvency 2. Peraltro una certa dose di home country bias nell’investimento assicurativo è e resta inevitabile, perché in particolare i prodotti Vita competono con gli altri prodotti di risparmio e sovrappesano naturalmente gli attivi del paese, specie se questi rendono di più. E’ poi ovvio come le scelte concrete dipendano dalle specifiche condizioni delle singole imprese, poiché non esiste una concentrazione “ottima” eguale per tutti.

Come si sta muovendo e quali sono le dinamiche principali del settore?
Contrariamente a quanto si ritiene e spesso si ripete aprioristicamente, il tasso di innovazione del settore assicurativo è già aumentato negli ultimi anni, anche in Italia. Per fare l’esempio più significativo e forse noto, nel mondo delle black box legate all’RC Auto sono svariati milioni i veicoli circolanti che la utilizzano. Anche il c.d. Insurtech propriamente detto ha ormai qualche anno di vita. Nel futuro, sono convinto – come ho già scritto l’anno scorso nel mio libro – che l’ondata d’innovazione prossima ventura sia legata alla tecnologia digitale in tutte le sue forme, che supererà la regolamentazione come driver di cambiamento. 

Net Insurance ha appena presentato il nuovo piano industriale. Quale sarà la strategia di crescita?
Innanzitutto la strategia è strettamente legata a quanto detto sopra in termini di trend tecnologici. La strategia di Net è trasversalmente influenzata dalla tecnologia digitale, oltre ad essere  multispecialistica in quanto fondata su quattro pilastri che rappresentano le linee di business che intendiamo sviluppare. Più in dettaglio: il business della cessione del quinto, la bancassicurazione – intesa come business della protezione a 360° – il mondo dei broker retail e – in stretta correlazione con quanto detto prima e l’universo Insurtech – le piattaforme digitali. La combinazione sinergica di questi fattori tenderà a rendere nel tempo il posizionamento di Net un unicum nel panorama assicurativo italiano.

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