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“Prospettive stabili per l’Eurozona” Intervista a Roberto Paciotti, Country Head Italia, S&P Global Ratings

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Come vedete l’attuale situazione economica in Europa?
Dalla prospettiva dei nostri rating, nonostante la ripresa in Europa si stia consolidando, ci aspettiamo una stabilizzazione nel merito di credito e non necessariamente un miglioramento. Ad esempio, prevediamo che i default relativi a emittenti non investment grade si attestino intorno al 2%, un livello molto basso rispetto alla media storica. Inoltre, per la prima volta dal 2008 nessun paese dell’Eurozona ha prospettive negative: tutti i rating sovrani hanno prospettive stabili, mentre la Spagna ha addirittura prospettive positive, il che significa che non ci aspettiamo cambiamenti nei rating significativi nei prossimi uno o due anni.

La Brexit è ancora un fattore di rischio per l’Eurozona?
I tempi sono molto stretti, realisticamente un anno o poco più, ed è quindi molto difficile pensare che tutti gli accordi necessari per l’implementazione del processo – dal commercio, ai servizi, al lavoro, fino alla regolamentazione dei diversi settori dell’economia – possano essere rivisti ed entrare in vigore entro marzo 2019, soprattutto ora che non c’è più una maggioranza stabile nel governo inglese, circostanza che può solo portare a ulteriori rallentamenti. Pertanto il nostro scenario di base è quello di una “soft Brexit” accompagnata da una fase di transizione.

Vi aspettate che la BCE prosegua con il quantitative easing oltre il 2017?
Al momento la BCE non sembra avere fretta di porre termine alla politica monetaria accomodante, anche perché le attuali previsioni sull’inflazione si attestano all’1,5% per il 2017 e all’1,3% per il 2018 e solo nel 2019 si profila un possibile avvicinamento al target del 2%. Ci aspettiamo quindi un percorso molto graduale, con un possibile inizio del tapering nel 2018. La domanda è se questa volta sarà differente e se saranno necessarie politiche fiscali accomodanti da parte dei paesi dell’Eurozona per compensare la restrizione monetaria.

Negli ultimi mesi S&P ha lanciato un nuovo strumento di valutazione per misurare la sostenibilità di progetti o bond cosiddetti “green”. Di cosa si tratta?
Dopo varie consultazioni con investitori, emittenti e operatori di mercato abbiamo sviluppato il Green Evaluation Service, uno strumento diverso dai tradizionali rating di credito che si propone di misurare l’impatto sostenibile delle attività finanziarie e di diverse tipologie di titoli obbligazionari. Il nostro obiettivo è rispondere alla crescente domanda del mercato per strumenti in grado di misurare in modo coerente i rischi climatici e l’impatto ambientale. Siamo fiduciosi che possa costituire un nuovo standard nel mercato della finanza green e l’interesse già dimostrato dal mercato è molto incoraggiante.

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