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La trasparenza paga Intervista a Giulio Canale, Vice Presidente e Amministratore Delegato SAES GROUP

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Il segmento Star in cui si colloca anche Saes Getters ha goduto di performance assai migliori, ad esempio negli ultimi cinque anni, rispetto all’indice generale di borsa: come interpreta il fenomeno?
Per appartenere al segmento Star è necessario impegnarsi a rispettare un’ampia serie di regole e processi particolarmente stringenti, che solo un’azienda ben gestita, volitiva e con una chiara architettura di governance è in grado di applicare. E’ una patente di qualità, automaticamente un elemento di attrattività e fiducia per la grande comunità degli investitori. Le sane regole da seguire con disciplina e costanza contribuiscono a loro volta a una migliore gestione strategica dell’azienda e quindi a risultati economico/finanziari superiori, in genere riconosciuti dal mercato. Infine Borsa Italiana ha fatto molto per costruire e mantenere negli anni la reputazione del segmento.

La pandemia da Covid-19 ha costretto le aziende di ogni settore a ripensare il modo di lavorare e di come interagire con i clienti. Come avete reagito?
Dal punto di vista tecnologico eravamo abbastanza pronti per il lavoro agile, nell’arco di pochissimo tempo la metà dei dipendenti degli headquarters di Lainate è stato in grado di lavorare in modo efficace ed efficiente da remoto. Contemporaneamente siamo stati autorizzati a non fermare le attività produttive in Italia (4 stabilimenti), in quanto appartenenti alle filiere essenziali. Anche negli Stati Uniti, per lo stesso motivo, abbiamo continuato a produrre e vendere. I rapporti puramente commerciali coi nostri clienti – e fornitori – non si sono mai interrotti, anche se ovviamente si interagiva – e continuiamo a interagire – digitalmente. Non sono tutte rose però. Noi siamo un’azienda tecnologica, impegnata in molteplici attività di ricerca e sviluppo: molti progetti sono stati congelati o avanzano con fatica. Ora stanno ripartendo, ma non siamo ancora al 100%. L’eccitante sfida per il futuro è l’identificazione del cocktail equilibrato tra smart working / digitalizzazione in senso lato e presenza fisica, sia nei processi interni, sia nella gestione dei rapporti con gli stakeholder.

Il Governatore della Banca d’Italia ha evidenziato che nello scenario peggiore il PIL 2020 potrebbe crollare del 13%. Teme il realizzarsi di questo scenario e si aspetta che tipo di recupero l’anno prossimo?
Sono cautamente ottimista, penso che il PIL subirà un calo record, ma non credo che crollerà così tanto. La variabile più rilevante sarà la situazione sanitaria nella parte finale di quest’anno: gli effetti di un eventuale secondo lockdown sarebbero devastanti. In assenza di una situazione così estrema, ritengo probabile una sostenuta ripresa globale l’anno prossimo, non sufficiente però per far recuperare tutto il terreno perduto nel 2020. L’Italia è un caso a parte. Tutti conosciamo i problemi del nostro paese e siamo stati inondati da articoli, relazioni, proposte per uscire dalla crisi e rifondare. L’auspicio è che Palazzo Chigi identifichi rapidamente le priorità, le comunichi in modo trasparente e agisca applicando la regola – giornalistica, ma sovrapponibile al governo – delle 5W+H [What, When, Why, Where, Who, How].

Saes Getters ha sempre investito molto in ricerca con particolare attenzione alla biocompatibilità e al basso impatto ambientale. Quali aree sono le più promettenti?
L’area più promettente è quella che noi chiamiamo “Advanced Packaging”. Capitalizzando conoscenze e competenze accumulate negli anni sui materiali cosiddetti funzionalizzanti, offriamo soluzioni e prodotti fortemente innovativi, che a seconda delle formulazioni abilitano imballaggi o compostabili o riciclabili, con ovvii benefici per l’ambiente. Per ora siamo concentrati sull’industria alimentare, ma pensiamo che nel futuro l’orizzonte si allargherà ad altri settori. Io appartengo alla corrente di pensiero che ritiene che questa crisi accelererà la trasformazione in un mondo più attento all’ambiente. Ciò sia in conseguenza di stimoli esogeni legali e regolamentatori, sia perché sono convinto che le aziende leader del futuro saranno quelle che hanno con convinzione incluso la tutela dell’ambiente tra i loro pilastri strategici.

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