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Market review n.10 2019

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La scontro sulla concorrenza tecnologica tra Usa e Cina si sta riscaldando, in mezzo alle già crescenti tensioni commerciali tra le due nazioni. Gli Stati Uniti hanno di fatto aggiunto la cinese Huawei Technologies, il più grande produttore di apparecchiature di telecomunicazioni al mondo, ad un elenco di aziende considerato a rischio per la sicurezza nazionale. Questa notizia ha avuto subito impatto sui corsi azionari di un gran numero di industrie nella catena di fornitura apparecchiature di telecomunicazioni globale, con l’unica eccezione di produttori di apparecchiature di telecomunicazione negli US, che inizialmente hanno pure realizzato guadagni. Eppure tale divieto potrebbe danneggiare nel medio termine la catena di approvvigionamento globale delle telecomunicazioni. Il tema della sicurezza informatica emerge dunque sempre di più come uno dei temi di maggiore attenzione da parte dei policy makers e quindi da parte anche degli investitori.
Sullo sfondo a questa crisi, la possibilità di un altro scontro tra Roma e Bruxelles sui piani di spesa del governo italiano sta avvenendo in questi giorni. Tale conflittualità, certamente più confinata e meno grave di quella in corso tra Stati Uniti e Cina, ha indotto gli operatori di mercato a vendere quote di titoli di Stato italiani favore di titoli di debito più sicuri. L’aumento di questi ultimi giorni dei rendimenti dei BTP decennali rispetto al Bund è già rientrato al livello di due settimane fa, con uno spread ad oggi pari a 260 bps. La Commissione europea continua a minacciare di imporre una multa di circa 3 miliardi di Euro all’Italia per non aver tenuto a freno il suo debito pubblico, un problema che è rimasto in sospeso dalla fine del 2018 quando entrambe le parti avevano concordato un compromesso sul bilancio che ora rischia di poter essere annullato. La Commissione europea e l’Italia avevano infatti concluso il loro contenzioso di bilancio alla fine del 2018, accettando un deficit pari al 2,04% del prodotto interno lordo per il 2019. Ma un rallentamento del commercio mondiale e la crescita lenta nella zona euro ha indotto l’ufficio statistico nazionale in Italia a tagliare la sua previsione sul PIL a 0,3% quest’anno, dal dato precedente del 1,3% reso pubblico nel mese di novembre. La crescita debole potrebbe minacciare un forte aumento dei livelli di debito pubblico, e se la Commissione stabilirà che l’Italia ha violato le regole di bilancio della zona euro, potrebbe chiedere a Roma, già a partire dalla prossima settimana, di presentare un nuovo piano di bilancio per frenare il proprio indebitamento.
Il rischio di una situazione conflittuale prolungata rimane dunque molto alto. Proprio per questo motivo, anche se la Commissione europea non dovesse imporre sanzioni immediate all’Italia, la raccomandazione di imporre una multa rappresenta solo una delle tappe di un processo estenuante che potrebbe diventare un’altra fonte, nel novero certamente ben più complesso, delle attuali preoccupazioni geopolitiche per gli investitori.

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