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Guardare oltre la consulenza finanziaria Intervista a Antonella Massari, Segretario Generale AIPB (Associazione Italiana Private Banking)

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Quale può essere, a suo avviso, l’identikit del cliente Private in Italia?
La clientela del Private Banking detiene patrimoni che si sono formati nel tempo, di generazione in generazione, amministrati con lungimiranza e con il supporto di una consulenza sempre più ampia e specializzata. Ne deriva un’età anagrafica mediamente avanzata, obiettivi d’investimento sbilanciati a favore della protezione e conservazione del patrimonio, bassa propensione al rischio ma elevata diversificazione degli investimenti finanziari. Si tratta di patrimoni non condizionati da esigenze di immediata liquidabilità che li rende ideali per investimenti in iniziative di sviluppo dell’economia reale.

Come si sta evolvendo il servizio di Private Banking?
Il Private Banking in Italia gestisce un bacino di risorse di dimensioni molto rilevanti che, tradotto in cifre, supera gli 800 miliardi di euro, pari a circa un terzo di tutta la ricchezza finanziaria investibile delle famiglie italiane. L’industria Private ha raggiunto un importante grado di maturità – come dimostrato dalla costante crescita della ricchezza in gestione e dall’elevata penetrazione del servizio tra le famiglie italiane più facoltose – ed è chiamata oggi a compiere un ulteriore passo in avanti verso una consulenza olistica sui patrimoni della clientela, quindi non solo consulenza finanziaria ma immobiliare, artistica, filantropica fino al supporto nelle discontinuità di impresa, ricordando che il 20% dei clienti sono imprenditori. 

Che figura professionale è il banker oggi e in cosa si dovrà trasformare?
La figura del private banker ricopre da sempre un ruolo centrale per la qualità del servizio, ma è anche soggetta a una continua evoluzione dovuta al mutamento del contesto di mercato e regolamentare. Il nostro osservatorio sulla popolazione dei banker descrive una figura molto qualificata grazie a una lunga esperienza nel ruolo e ampie competenze sia tecniche che relazionali. Il sostanziale mutamento dei meccanismi che guidano i mercati finanziari e l’evoluzione degli stili di vita delle famiglie porta con sé l’esigenza di gestire una maggiore complessità e articolazione dei bisogni. Si sta assistendo quindi a un’evoluzione del private banker da figura professionale altamente specializzata in ambito finanziario verso un ruolo di referente principale e pivot all’interno di un network più ampio di competenze. Un altro aspetto importante sarà un maggior utilizzo della tecnologia a servizio del customer journey della clientela. 

In AIPB sono stati rinnovati consiglio e cariche per il prossimo triennio. Quali sono i punti programmatici salienti?
Nel prossimo triennio l’attività dell’Associazione si articolerà sulle seguenti tre principali direttrici col fine di favorire una crescita sana, sostenibile e socialmente utile dell’industria del Private Banking: comunicare con continuità gli aspetti distintivi del settore, per un riconoscimento delle sue peculiarità all’interno del mercato finanziario; consolidare la sostenibilità dell’industria, cercando di promuovere una sana e trasparente concorrenza; contribuire all’ulteriore miglioramento della reputazione dell’industria, per renderla sempre più attrattiva e rafforzare così la fiducia della clientela. In particolare, il riconoscimento da parte dei regolatori delle caratteristiche peculiari della clientela Private, rispetto a quelle degli investitori istituzionali e dei risparmiatori retail, consentirebbe agli operatori di soddisfare al meglio le esigenze di investimento della loro clientela, permettendo l’accesso a una più ampia gamma di prodotti finanziari.

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