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Market review n.24

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Dopo un 2017 coronato da successo per molti asset, il mercato azionario US è ai suoi massimi e l’indice dei mercati emergenti ha realizzato le migliori performance annuali a partire dal 2009,  i gestori si stanno domandando se il 2018 sarà l’anno dell’Europa.
Le banche d’investimento guardano all’Europa per diverse ragioni: la prima ragione è che l’incertezza politica non influenza più di tanto la crescita dei mercati azionari ed in secondo luogo la crescita economica è stabile e ben distribuita su tutti i paesi dell’area Euro. Infine si deve tener conto che la BCE ha annunciato per il 2018 una politica monetaria ancora accomodante e che il punto di rafforzamento più alto raggiunto dall’Euro è ormai probabilmente passato. Tutto ciò consente alle maggiori banche d’investimento di aspettarsi che i mercati azionari in Europa possano arrivare in una fase successiva ai risultati ottenuti quest’anno dai mercati US ed emergenti.
Le previsioni sulla crescita economica nei paesi dell’area Euro si attestano su una media intorno al 2% del PIL, laddove la Germania avrà ancora un ruolo primario, agendo come fattore trainante in questa ulteriore spinta per i prossimi anni. In questo contesto economico, occorre aggiungere altri fattori positivi quali il tasso di disoccupazione, che è tornato ai livelli del 2009 in molti paesi dell’Eurozona, e l’indice manifatturiero che ha raggiunto livelli record nel mese di Dicembre.
Le ottimistiche previsioni sui profitti delle imprese si basano dunque sui segnali che la ripresa economica dell’Europa ha finalmente preso piede, infondendo maggiore fiducia nelle famiglie e incoraggiandole a spendere di più. Inoltre, le aziende stanno iniziando a investire di più e a prendere in prestito più denaro per espandere le vendite. Tutti questi segnali caratterizzano una fase di crescita stabile del mercato. Tali previsioni porteranno dunque a rendimenti più elevati su molti settori, con un beneficio particolare per il settore bancario europeo. Naturalmente l‘instabilità politica in particolare in Germania ed in Italia rappresenterà un fattore di rischio nei primi mesi del 2018, ma le maggiori preoccupazioni saranno ancora rivolte al Regno Unito ed alle negoziazioni sulla Brexit, laddove un approccio soft auspicato dagli operatori finanziari sembrerebbe l’unica possibilità per sostenere il FTSE 100.
In Giappone, la crescita del PIL nel terzo trimestre del 2017 è stata rivista al rialzo dell’1,4%. Le esportazioni e le importazioni sono rimaste forti, mentre le indagini positive sul sentiment ed il miglioramento del mercato del lavoro stanno aumentando le aspettative di un rimbalzo del consumo e dell’inflazione. Il rendimento mensile dell’indice TOPIX ha confermato l’appeal del mercato giapponese quest’anno, che è aumentato di circa il 20% da inizio anno. In Cina infine, le autorità stanno cercando di promuovere una crescita di migliore qualità senza danneggiare l’economia. L’annuncio di nuovi regolamenti sulla restrizione del credito ha creato qualche preoccupazione dato che i primi segnali di decelerazione sono già in corso. Settori quali infrastrutture e alloggi potrebbero essere penalizzati dalle restrizioni del credito, che potrebbero portare a una crescita del PIL più morbida nel quarto trimestre dopo il ritmo ancora solido del 6,8% del terzo trimestre.

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