La stabilità del contesto economico e le tensioni geopolitiche, quasi alla pari delle aspettative di crescita, giocano un ruolo fondamentale nelle relazioni commerciali e nella fiducia sui mercati. Quello che sta accadendo in queste settimane con il sell-off sui mercati azionari, con gli utili correnti dei mercati sviluppati che invece stanno continuando a crescere, sta a dimostrare che la recente debolezza del mercato azionario non è minimamente effetto di un riflesso di improbabili annunci di minori utili realizzati dalle società. Le vendite sui mercati della settimana scorsa sono invece dovute all’incertezza che circonda la sostenibilità dei forti utili nel 2019 e alla crescente preoccupazione per i conflitti commerciali e il loro impatto sulle catene di approvvigionamento a livello globale. Il ritmo di crescita degli utili è finora più moderato rispetto al secondo trimestre come previsto, ma è ancora su un percorso virtuoso per essere molto forte rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, soprattutto negli Stati Uniti.
La crescita dei ricavi è stata più lenta del robusto 10% per l’S&P 500 nel secondo trimestre, ma le stime di consenso indicano una crescita del 7% nel trimestre, ben al di sopra della media di lungo periodo. E le stime per gli utili per azione del terzo trimestre e le vendite del quarto trimestre sono aumentate nel corso del trimestre, anche se le vendite sul mercato hanno superato tutte le aspettative. Questo eccesso di utili ha alimentato la volatilità dei mercati, con l’indice VIX di volatilità del mercato US che venerdì scorso ha toccato il valore di 27.5, un valore che non si toccava da fine Luglio 2015.
In questo contesto come previsto, Moody’s ha declassato l’Italia nel fine settimana, ma non l’ha spinta verso il territorio ad alto rendimento e ha mantenuto le prospettive stabili. S&P ha invece confermato il giudizio sull’Italia, abbassando però l’outlook da stabile a negativo. Nel frattempo la Commissione europea ha respinto le proposte di bilancio di Roma e gli spread italiani si sono ampliati contro il Bund tedesco.
Con la stagione dei risultati degli utili del terzo trimestre in pieno svolgimento, gli avvertimenti sui profitti in Europa sono arrivati in una settimana difficile, con un consenso del mercato sempre più allineato verso un taglio delle prospettive di crescita spinti da vari effetti che destano sempre più preoccupazioni quali i discorsi sulla Brexit, il rifiuto di Bruxelles delle proposte di bilancio del governo italiano, l’aumento dei tassi di interesse e il timore che il ciclo finisca.
In conclusione, una solida crescita globale continuerà a sostenere gli utili societari, ma i rischi a questa visione sono aumentati dal momento che le tensioni geopolitiche e le politiche fiscali e monetarie meno stimolanti, insieme alle prossime elezioni di medio termine negli Stati Uniti, amplificano l’incertezza economica e le preoccupazioni degli investitori, i quali certamente focalizzeranno sempre più le loro attenzioni e le proprie esposizioni verso società di qualità, in particolare quelle con bilanci solidi e solide prospettive di utili, in attesa di un’auspicabile stabilità e condivisione sulle scelte politiche dei Paesi aderenti all’Unione Europea.
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