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Market review n.12 di Simone Siragusa

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I mercati mostrano un relativo ritorno al nervosismo, nonostante la mancanza di notizie e eventi politici imminenti. In particolare le parole delle banche centrali e, in particolare di Mario Draghi, di ritorno ad una “normalizzazione” della politica monetaria crea un certo panico. Da dire che prima o poi questo doveva succedere anche se, per ora gli USA hanno aumentato con cautela i tassi senza provocare grossi scossoni.
Dopo nove anni di politica di espansione senza precedenti nella storia quindi sembrerebbe che i vari acquisti da parte delle banche centrali dovrebbero finire e gli investitori hanno fatto sentire il loro nervosismo prima dell’estate, periodo di volumi scarsi e di repentini movimenti. Secondo Pornthep Jubandhu, investment strategy di SCB securities, il ritiro dalle più rischiose azioni tecnologiche (tra cui i cosiddetti FANG: Facebook, Apple, Netflix e Google) non comporterà un crollo del mercato per il momento, tuttavia la preoccupazione per il possibile aumento dei tassi di interesse europei sarà il rischio a breve termine per le azioni a livello mondiale. In effetti l’Europa è riuscita a nascondere per ora una crisi monetaria i cui contorni non sono stati definiti meglio. Nessuna integrazione fiscale e di investimento è stata proposta per rilanciare il progetto europeo. Ma la crisi sembra per ora improbabile.
Infatti i mercati azionari hanno segnato un ottavo mese di guadagni che hanno spinto gli stock ad un livello record solamente all’inizio della scorsa settimana. Gli investitori azionari statunitensi stanno mettendo la loro fiducia nella robustezza degli utili aziendali in quanto l’economia continua il suo recupero, non considerando il crollo del petrolio (segnale della debolezza della domanda).
I gestori obbligazionari sono infatti preoccupati dal rallentamento dell’inflazione, che minerebbe la normalizzazione delle politiche delle banche centrali. Solo la Cina sembra avere tenuto. Vedremo se sarà in grado di sostenere l’economia durante le tempeste che il futuro ci riserverà.

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