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Market review n.01 2018

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L’economia globale dovrebbe continuare la sua espansione nel 2018, anche se le misure monetarie espansive adottate in tutto il mondo dopo il lungo periodo di recessione sono in una progressiva e lenta fase di azzeramento da parte delle principali banche centrali.
Ad oggi, è solo la Federal Reserve negli Stati Uniti e, in misura minore, la Bank of Canada che sembrano leggermente avanti in questo processo rispetto ad altre grandi banche centrali che da poco tempo stanno rivedendo le proprie politiche accomodanti in un contesto di maggiore crescita economica ed di potenziale maggiore inflazione. Forse potrebbe essere proprio la posizione assunta sulla politica fiscale negli Stati Uniti a rendere la crescita economica più forte che in altri i paesi sviluppati e che potrebbe aggiungere diversi punti decimali alla crescita economica nell’economia degli Stati Uniti nei prossimi anni. Questo è ciò che sembra da guida a tutta l’enfasi incentrata sui tassi di interesse US.
L’economia della zona euro è cresciuta più rapidamente nei tre mesi fino a settembre di quanto stimato in precedenza, mettendosi saldamente in pista per il suo miglior anno dal 2007, prima dell’inizio della crisi finanziaria globale. L’agenzia di statistica dell’Unione europea, venerdì scorso, ha dichiarato che il prodotto interno lordo della zona euro è stato dello 0,7% superiore rispetto ai tre mesi fino a giugno. In precedenza Eurostat aveva calcolato il tasso di crescita del PIL allo 0,6%. La revisione significa che l’economia della zona euro si è espansa allo stesso ritmo nel terzo trimestre come nel secondo trimestre. Una maggiore performance significa che la crescita economica della zona euro nel 2017 è più probabile che raggiunga la previsione del 2,4% degli economisti della Banca centrale europea. Anche i dati dell’intero anno dalla Germania pubblicati giovedì hanno indicato quella direzione. La forza dell’accelerazione dell’economia dell’eurozona lo scorso anno ha sorpreso gran parte degli economisti, compresi quelli della BCE, rendendo i responsabili delle politiche monetarie presso la banca centrale più fiduciosi di poter raggiungere il loro obiettivo di inflazione nei prossimi anni. I verbali del loro incontro di dicembre, che sono stati resi noti giovedì scorso, hanno indicato che potrebbero essere realizzati prima di quanto gli investitori si aspettino i piani di eliminazione graduale del gigantesco programma di acquisto di obbligazioni.
In questo contesto si aggiunge il rafforzamento dell’euro che in quest’ultima settimana  è salito al livello più alto contro il dollaro dall’inizio del 2015, dopo che i legislatori tedeschi hanno concordato un progetto di coalizione, a distanza di più di tre mesi dopo le elezioni generali nel paese. L’euro è stato scambiato a $ 1.2149, come intorno ai massimi livelli raggiunti all’inizio di gennaio di tre anni fa. E questo a seguito della comunicazione del partito conservatore del CDU del Cancelliere Angela Merkel e dell’SPD di centro sinistra di Martin Schulz dopo i colloqui notturni concordati su un piano per i negoziati di una coalizione formale.

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