I mercati mostrano una certa tranquillità, nonostante i cali dei volumi estivi. La Bce ha aperto nel suo ultimo messaggio all’eliminazione progressiva dal programma di acquisto titoli “se necessario”. Mario Draghi ha voluto tastare il terreno, stando attento però alla comunicazione, per non far cadere nel panico i mercati. Peter Praet, membro del comitato esecutivo della BCE ha però subito raffreddato le aspettative teutoniche, sottolineando che “nonostante prospettive economiche brillanti e profitti più alti sugli investimenti, la nostra missione non è ancora compiuta. Occorre pazienza e perseveranza per mantenere condizioni di finanziamento crescentemente attraenti”. Nel frattempo, non si è pianificato un vero e proprio termine al prossimo taglio (la BCE non ha previsto un calo proporzionale degli acquisti, come la FED) ma, ha perlopiù allungato i tempi del tapering, il che denota una certa incertezza sugli effetti che un tapering (seppur pianificato e pubblico) potrebbe avere. Nel frattempo la Yellen è alle prese con un’inflazione più bassa di quello che dovrebbe essere il 2%, target della Fed. La crescita della economia USA è al suo nono anno consecutivo e crea lavoro però lavoro senza inflazione. Abbiamo parlato più di una volta come un aumento dei posti di lavoro e una diminuzione della disoccupazione non sia sfociato in un aumento del salario e, in ultimo in una sana crescita dei prezzi. Ma una forte domanda di manodopera non ha alimentato salari più alti e il valore preferito della pressione dei prezzi della Fed è rimasto bloccato sotto il suo obiettivo del 2% per la maggior parte degli ultimi cinque anni. La cautela nel linguaggio della Yellen suggerisce che la presidente è più preoccupata delle pressioni al ribasso sull’inflazione che non possono essere spiegate con il calo dei prezzi in settori specifici (comunicazione e settore farmaceutico). Nella sua testimonianza davanti al parlamento americano, ha continuato a dire che l’incertezza circonda la questione “quando e quanto l’inflazione risponderà ad una stretta utilizzazione delle risorse”. Attorno al tapering e al futuro delle politiche di acquisto del debito da parte delle banche centrali si gioca gran parte del nervosismo dei mercati. Secondo Jamie Dimon CEO di JP Morgan Chase il mercato potrebbe essere preso di sorpresa dalle decisioni delle banche centrali. Sottolineava inoltre come “nessuno ha mai vissuto un periodo come questo, nessuno ha mai sperimentato una politica monetaria simile, pochi sanno quale è il rischio, perché nessuno ha mai vissuto con un simile tipo di rischio”. Nel frattempo il ciclo economico è arrivato alla sua “flessione naturale”, con le previsioni del PIL americano che si prevedono ai minimi dal 2011. Ma non abbiamo segni di inflazione.
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