Cambia il sentiment sui bond. Le minute della Fed hanno confermato che è in atto un’azione coordinata delle banche centrali verso una normalizzazione. Il weekly a cura di Mps
Il trend trova spazio dopo il forte stimolo monetario a livello globale effettuato negli anni passati. Ma i verbali del FOMC del 13-14 giugno scorso, riunione in cui sono stati alzati i tassi di riferimento a 1-1,25%, rivelano anche di un comitato diviso sul fronte dei rialzi dei tassi nei prossimi mesi. Il dibattito tra i membri verte su due elementi: l’inflazione che si è indebolita, giustificando la decisione di alcuni membri di rallentare il passo, mentre le condizioni finanziare sono migliorate, andando in aiuto di coloro che spingono per continuare con il terzo rialzo previsto per il 2017. Ci sono inoltre differenze di vedute sui tempi per cedere sul mercato i titoli per migliaia di miliardi di dollari incamerati durante i programmi di “Quantitative Easing”: alcuni membri del Board sostengono che la Banca Centrale dovrebbe avviare il processo entro un paio di mesi.
Le esternazioni di Weidmann e Villeroy, rispettivamente presidente della Bundesbank e governatore della Banca Centrale di Francia e membri del Consiglio direttivo della Bce, hanno rafforzato il messaggio di Draghi sul cambiamento della politica monetaria anche in Europa. Data la forte crescita, la BCE potrebbe annunciare un ritmo minore negli acquisti di titoli, un mutamento da effettuare gradualmente e guidato anche da una comunicazione da parte della BCE stessa per non portare volatilità dannosa ai mercati. Si assiste, quindi, ad una modifica dell’orientamento della BCE, il dosaggio del QE può essere determinato dalla crescita: più forte è il recupero, più lento sarebbe il ritmo di QE.
Ma nonostante gli sforzi della BCE, la risposta del mercato ai segnali che arrivano dalle banche centrali si manifesta in modo evidente. Il sentiment sui bond europei è cambiato, una maggiore fiducia nella ripresa indicata chiaramente nelle minute della BCE, hanno spinto i tassi dei Bund tedeschi al livello massimo dal gennaio del 2016, fino allo 0,56%.
Il dato sui Nonfarm payrolls NFP (occupati non agricoli) uscito venerdì, mostra un mercato del lavoro americano solido. Le previsioni sul dato di giugno erano di 178 mila occupati ma sono state di gran lunga superate, registrando un valore di 222mila; il tasso di disoccupazione, è passato dal 4,3 al 4,4%, un datopeggiore delle attese, ma giustificato dall’incremento del tasso di partecipazione salito al 62,8%. Il dato sugli NFP in uscita ha sostenuto il rialzo dei mercati azionari che avevano perso un po’ di spunto, tra questi si continua a mettere in evidenza il FTSEMIB italiano con una performance superiore agli altri, spinta dal recupero ulteriore del settore bancario. La via oramai tracciata per la risoluzione del problema delle banche italiane ha portato beneficio al settore: si è registrato infatti una buona performance sia rispetto al settore bancario europeo che all’indice azionario Euro Stoxx.
Il movimento al rialzo dei tassi si manifesta su tutti i mercati obbligazionari: la curva italiana presenta la maggiore variazione settimanale, incrementi superiori agli 11 punti base su tutta la curva a partire dai 5 anni. Rialzo consistente anche della curva tedesca di oltre 10 punti base a partire dal 10 anni, ma con movimento forte anche nell’area 3-5 anni. Variazione meno ampia per la curva americana che presenta il suo incremento maggiore nell’area 30 anni, sebbene non raggiunga i 10 p.b. Il movimento al rialzo dei rendimenti tedeschi ha riportato lo spread Btp-Bund intorno a 178 p.b., valore di poco sotto la media degli ultimi 3 mesi (183 p.b.).