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Le nuove sfide alla diversificazione Intervista a Andrea Delitala, Head of Investment Advisory PICTET Asset Management

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A suo giudizio quali sono i maggiori cambiamenti indotti dall’entrata in vigore della direttiva MIFID 2?
Le nuova normativa MIFID 2 punta a introdurre una maggiore trasparenza nel rapporto tra intermediari finanziari e clienti, promuovendo una maggiore consapevolezza negli investitori. Ovviamente le due conseguenze principali per gli operatori professionali sono una rinnovata attenzione e pressione sui costi e le considerazioni relative alla product governance.
La trasparenza passa innanzitutto dai costi. Gli operatori devono informare gli investitori di tutti gli oneri da sostenere, in modo da offrire un quadro dettagliato che permetta ai clienti di conoscere i costi associati al singolo strumento finanziario in modo aggregato. Sarà più semplice, in questo modo, misurare con precisione l’impatto che i costi complessivi hanno sul rendimento atteso. In questo senso la distribuzione è alle prese con una vera e propria corsa al contenimento dei costi sostenuti dal cliente finale, molto spesso attraverso la creazione di nuovi prodotti di investimento realizzati in delega di gestione affidata ai migliori specialisti delle singole asset class.
Questa tendenza, che sta emergendo con grande evidenza sul mercato domestico, risponde anche alla necessità di razionalizzare la gamma d’offerta, in risposta ai requisiti imposti da MIFID 2 in termini di product governance. I criteri di adeguatezza dei prodotti ai profili della clientela passano infatti necessariamente attraverso un incremento dei costi di ricerca e analisi e questa maggiore profondità degli screening quantitativi si traduce in un maggiore controllo a monte della filiera distributiva, con le scelte allocative dei portafogli della clientela che saranno sempre più guidate dalla selezione e dalle analisi degli uffici studi dei distributori italiani.

Le elezioni europee di fine maggio rappresentano uno dei momenti più attesi nel 2019. Sarà realmente un passaggio rilevante per i mercati?
Le prossime elezioni europee sono più volte entrate nel dibattito politico nazionale di molti paesi del vecchio continente, inclusa l’Italia. In particolare, è stato sottolineato come i partiti tradizionalmente opposti all’ordine e all’orientamento che le istituzioni europee hanno mantenuto sinora, stiano guadagnando rapidamente consenso. I dati relativi agli opinion polls disponibili al momento, tuttavia, supportano solo in parte tali considerazioni. Infatti, sebbene il consenso attribuito ai gruppi Euroscettici mostri una chiara tendenza al rialzo, l’intensità del trend rimane contenuta: si stima un incremento del 5% nella quota dei seggi parlamentari destinati ai populisti (dal 30% al 35%) a fronte di una riduzione corrispondente sul fronte degli europeisti, che passerebbero dal 70% al 65%. Se queste stime dovessero rivelarsi veritiere, la maggioranza resterebbe saldamente in mano europeista, consentendo ai partiti membri di questo “super-gruppo” di proseguire nel progetto di integrazione europea, anche se sotto maggiori pressioni esercitate dalle opposizioni. Lo sviluppo più rilevante pertanto si potrà osservare a livello di candidati scelti dai singoli paesi, alcuni dei quali potrebbero proporre canditati decisamente orientati al populismo e all’euroscetticismo.

Siete alla vigilia del roadshow invernale di Pictet. In un contesto di accresciuta volatilità quali strategie suggerite?
Una delle lezioni più importanti impartite dai mercati nel 2018 è che gli shock di volatilità e di correlazione rischiano di diventare un elemento di rischio importante nei portafogli con cui i gestori in generale e quelli multi-asset in particolare devono misurarsi per superare questa fase. La crescente fragilità/volatilità dei mercati dell’anno passato, culminata nella violenta correzione del mese di dicembre ha due principali motivazioni fondamentali:

  1. i) Il ritiro della liquidità globale. La rimozione dello stimolo monetario da parte della FED, la conclusione del QE della BCE, la prudenza delle autorità monetarie cinesi nel somministrare liquidità hanno rimosso la cosiddetta “put delle Banche Centrali” (ovvero la percezione di tempestività degli interventi da parte degli istituti centrali) che tanto ha contribuito a contenere volatilità degli asset finanziari negli anni del QE.
  2. ii) La maturazione del ciclo economico globale (e americano in particolare) introduce una volatilità incrementale nei dati macroeconomici che accresce il rischio di errori di policy da parte dei responsabili di politica monetaria (FED in testa) e fiscale (US, Cina in particolare).A livello di gestione di prodotti multi-asset riteniamo quindi importante costruire portafogli che non facciano solo affidamento sulla tradizionale diversificazione fra asset-class “storicamente” poco correlate. Nell’attuale contesto di volatilità elevata e correlazioni instabili, sarà opportuno disporre di strategie di protezione che offrano buone probabilità di performance in tali contesti.

Tra queste citiamo: strategie sugli indici di volatilità implicita (futures e opzioni su VIX e Vstoxx);  Put o altre strutture opzionali ribassiste sugli indici azionari; Posizioni in acquisto su valute rifugio (Yen giapponese, Franco Svizzero in primis), oro, protezione sul credito, bond governativi “core”.
Il risultato cui ambire è, come sempre, cercare di isolare il risparmio da oscillazioni violente del suo valore anche quando il mercato cambia ‘regime’.

E quali progetti prevede il Gruppo per il mercato italiano?
Mifid II impone un’attenta riflessione di tutti gli operatori professionali del sistema finanziario sul valore offerto rispetto al costo sostenuto dagli investitori. Per questo da anni riteniamo che gli investimenti nella formazione siano il miglior modo per offrire valore ai nostri partner distributivi innalzando al contempo la qualità del servizio offerto. Intendiamo proseguire in questa direzione anche nel prossimo futuro, con un’offerta capillare di contenuti di qualità attraverso i cicli di incontri che da anni contraddistinguono le nostre attività sul territorio, come il roadshow invernale che stiamo cominciando in questi giorni e che ci vedrà coinvolti in 23 città in due mesi. La nostra offerta formativa è in effetti multicanale attraverso diversi portali di informazione finanziaria dedicati tanto agli investitori professionali quanto agli investitori finali. In questo senso intendiamo nel 2019 non solo rinnovare ma anche incrementare il nostro impegno a favore della diffusione di una maggiore cultura e consapevolezza finanziaria nel paese, attraverso il progetto Pictetperte (www.pictetperte.it), un portale dedicato all’alfabetizzazione finanziaria dei risparmiatori italiani interessati. Fare educazione finanziaria è anche un modo per lavorare a favore della sostenibilità, un concetto a noi molto caro, a cui abbiamo dedicato specifiche soluzioni di investimento SRI a partire dagli anni ’90 e che in questi mesi vedrà un ulteriore importante passo con l’integrazione dei fattori di screening ESG in tutte le nostre strategie di gestione attive. Riteniamo infatti che sia nostra responsabilità, come asset manager, convogliare i flussi di investimento verso quelle aziende più meritevoli che fanno dell’attenzione all’ambiente e alla società che lasceremo alle generazioni future uno dei principali obiettivi di gestione, come facciamo noi. Perché siamo infatti convinti che questa aziende siano virtuose e siano le vincitrici nel lungo termine attraverso migliori risultati finanziari. E’ per questa ragione che da oltre dieci anni abbiamo iniziato un impegnativo programma di riduzione del 40% dell’impronta di carbonio per dipendente entro il 2020.
Parlando di soluzioni di investimento, abbiamo approntato una gamma di prodotti multi-asset e total return altamente competitiva per gli investitori istituzionali, che rappresentano secondo no una valida opportunità per affrontare la volatilità dei mercati nel 2019, stretti tra il processo di normalizzazione delle banche centrali e il complesso contesto macroeconomico dominato dalle tensioni commerciali e dalle spinte populiste europee.).

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