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“Rispettare i mercati che sono i risparmi dei popoli” Intervista a Giuliano Asperti, Presidente di SIA SpA

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Le società di rating hanno messo sotto osservazione il debito italiano per un possibile downgrade. Oltre che sui conti dello Stato, quanto la situazione politica incide sulle imprese e sull’economia del Paese?
E’ da due anni che siamo in campagna elettorale. Si tirano cannonate continue che lasciano il segno, anche quando poi si rivelano semplici petardi. Le imprese, già sfiancate da otto anni di difficoltà, paiono sottoposte ad una furia regolatoria che accentua la giungla normativa e a una diffidenza ideologica di altri tempi. Eppure sono esse, più di 3 milioni e mezzo, a generare lavoro e reddito e, insieme a famiglia e scuola, costituiscono la sede della formazione e coesione sociale.

Davvero la legge di bilancio sarà il passaggio decisivo per i mercati? E quanto potrà pesare la scadenza delle elezioni europee 2019?
I mercati, cioè i risparmi dei popoli, non decideranno sulla base di pochi decimali in più o in meno di deficit, ma stanno osservando e vorranno piuttosto capire il senso di marcia. Ogni punto di debito in più è una anticipazione che chiedi sul tuo futuro: i mercati guarderanno al “che vogliamo farne” oltre che al “quanto vogliamo”. Quanto ai numeri, essi sono feroci: due più due fa quattro, non tre. Obbligheranno al realismo. 

Che lezione ci lascia la Brexit? L’Italia non è stata in grado di beneficiare dello spostamento di sedi e risorse dal Regno Unito di multinazionali e banche: perché il Paese non riesce ad attrarle? Perché non si presta attenzione a questo tipo di “immigrazione”?
La prima lezione è che una democrazia seria non fa decidere il corso della sua storia ad una maggioranza del 51%: è una stupidaggine di rara gravità. Stupirsi perché non siamo attrattivi? Semplice: fare impresa in Italia è un atto di eroismo. Più semplice investire altrove.  Quanto alle sedi di Enti Europei sono in 27 a decidere: occorrono alleati e negli ultimi tempi, siamo piuttosto litigiosi, seppur non senza qualche ragione. 

SIA SpA offre tecnologie e soluzioni per banche e finanza, accanto a piattaforme per i pagamenti elettronici. Dal suo osservatorio privilegiato come vede l’evoluzione del settore bancario italiano?
Le attività finanziarie, dal credito ai pagamenti, hanno molti nuovi protagonisti fuori dal sistema bancario, che è atteso da un cambiamento straordinario. Trent’anni fa una famiglia andava in banca almeno una volta la settimana, oggi un trentenne non ha quasi mai visto uno sportello bancario. Aspettiamoci anche nuove aggregazioni. Ma non basta: le banche dovranno entrare in casa del cliente tramite le nuove tecnologie e da lì riagganciarlo alla filiale.

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