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Market review n.08 2018

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Dopo che per settimane gli investitori erano stati incentrati sulle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, i mercati stanno gradualmente tornando ai fondamentali, spinti da utili trimestrali ottimistici e da una crescita costantemente buona negli Stati Uniti e in Europa.
Le aziende statunitensi hanno registrato una crescita delle vendite particolarmente impressionante, un segno di forte dinamismo economico e i benefici del dollaro USA più basso. E sia le società statunitensi che quelle europee hanno registrato guadagni sorprendentemente buoni. In Europa, gli industriali, l’energia e i materiali di base hanno tutti registrato una crescita degli utili particolarmente solida.
In questo stesso contesto, gli indicatori di fiducia degli Stati Uniti e gli indici di produzione sono rimasti su una tendenza al rialzo. Le stime del PIL degli Stati Uniti per il primo trimestre sottolineano anche l’accelerazione della crescita. La fiducia dei consumatori negli Stati Uniti ha continuato su livelli ai massimi storici, attestandosi a 128,7 contro le previsioni di 126. Le vendite di nuove abitazioni sono aumentate del 4% a marzo e gli ordini di beni durevoli sono aumentati del 2,6%, oltre l’1,6% previsto. I rendimenti dei Treasury statunitensi a 10 anni hanno reagito a questa conferma della solidità del ciclo economico degli Stati Uniti oltrepassando il valore simbolico della soglia del 3% per la prima volta dal 2014. I rendimenti dei titoli di stato a 2 anni statunitensi hanno toccato il 2,5% per la prima volta da settembre 2008.
Sul fronte europeo invece i toni cauti della BCE dopo l’incontro di giovedì hanno causato un certo allentamento nei rendimenti della zona euro indebolendo anche l’euro contro il dollaro USA. La posizione prudente di Mario Draghi riflette l’indebolimento degli indicatori economici e la riduzione delle preoccupazioni sul protezionismo. Le vendite al dettaglio in Germania sono inaspettatamente diminuite a marzo, scendendo dello 0,6% mese su mese. Restando in Germania, i dati preliminari sull’inflazione di aprile hanno mostrato che i prezzi al consumo non sono cambiati questo mese rispetto a marzo, ma sono aumentati dell’1,6% rispetto ad aprile dello scorso anno. Di conseguenza, l’inflazione tedesca è scesa ulteriormente al di sotto dell’obiettivo della Banca centrale europea, con la BCE che mira a mantenere l’inflazione nella zona euro appena al di sotto del 2%. Tuttavia molti economisti si aspettano una lieve ripresa del tasso di inflazione della Germania nel corso dell’anno, sostenuto da aumenti di salari e consumi delle famiglie.
Anche in Italia i dati mostrano che l’inflazione è scesa allo 0,6% in aprile dallo 0,9% di marzo.  Per tutti questi motivi la BCE ha dichiarato di voler continuare a essere accomodante.

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