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“Cavalcare i cambiamenti” Intervista a Andrea Battista CEO di Eurovita Assicurazioni S.p.A.

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Qual è il suo punto di vista sull’attuale evoluzione della previdenza integrativa in Italia?

Credo sia un mondo in graduale, faticosa ma necessaria evoluzione (le adesioni crescono troppo lentamente). L’ultima riforma della previdenza pubblica, concepita ed eseguita nell’emergenza, non è stata accompagnata come in passato da una spinta al rinforzo del sistema di secondo pilastro. Ci sarebbe bisogno di alcuni ritocchi e di un ripensamento della tassazione in direzione di un più compiuto sistema EET (Esenzione /Tassazione). Sono però convinto che non vi siano alternative e il processo sia inarrestabile.

 Da un recente sondaggio di IPR Marketing si evince che sempre più italiani ricorrano al web per affrontare il rapporto con il mondo delle assicurazioni. Come giudica questa tendenza? Si apriranno possibilità persino per il fenomeno del cosiddetto “robot advisor”?

Prima di tutto sono convinto che siamo di fronte a una tendenza inevitabile e irreversibile.  Anzi mi aspetto un’accelerazione in tal senso: i millennials in 10 anni saranno la maggioranza della forza lavoro nel mondo e anche le persone in età più matura si stanno digitalizzando velocemente. Credo poi che mondo fisico e mondo digitale si integreranno in quello dei prodotti e servizi a valore aggiunto, come lo sono la gestione del risparmio e l’assicurazione vita. In questo senso i robot advisor saranno uno strumento con cui fare i conti per tutte le “fabbriche” che hanno a che fare con il mondo del risparmio: le possibilità sono infinite.

 Il processo di ristrutturazione del mondo delle banche popolari è in atto. Quali opportunità si aprono con i consolidamenti e le ristrutturazioni?

Per il sistema bancario il consolidamento è una delle leve per tornare a essere – tassi permettendo – ragionevolmente redditizi: non è però l’unica. Le fusioni non sono operazioni facili e non hanno nulla di magico, ma sono un’oggettiva opportunità. In generale per i partner del sistema bancario – come le fabbriche prodotto del risparmio gestito e finalizzato – creano potenziali opportunità di riconfigurazione, ma tutto andrà valutato nei singoli casi concreti.

 Siete controllati da un Investitore globale. Preoccupa gli investitori l’instabilità che deriverebbe dall’eventuale vittoria del No al referendum costituzionale? 

L’attenzione c’è. È innegabile e tutto sommato ritengo sia motivata. È guidata non tanto da una valutazione di merito quanto dal possibile impatto sull’assetto di governo e dall’idea che il NO possa esprimere una scarsa volontà di riforma da parte degli italiani. Una sorta di “preferenza rivelata”, per dirla con Samuelson: una volta tanto non sarebbe la politica “il colpevole” ma la scarsa strutturale propensione al cambiamento degli italiani. In ogni caso, la battaglia è aperta e sono fiducioso nella volontà di cambiamento della maggioranza degli italiani.

 

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