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Market review n.3 2019

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Gli Stati Uniti, l’Eurozona e la Cina rappresentano quasi la metà del PIL globale su una parità di potere d’acquisto, rendendo le prospettive di crescita per questi tre attori cruciali per l’economia globale nel suo complesso. Tutti e tre hanno mostrato segni di rallentamento della crescita economica negli ultimi tempi, con l’Europa in particolare che mostra segni di debolezza. Questo indebolimento delle prospettive di crescita si è tradotto a un ritmo più lento di inasprimento della politica monetaria tra le principali banche centrali del mondo rispetto a quanto precedentemente previsto.
In Europa, i dati sul PIL reale sono stati poco brillanti nel quarto trimestre del 2008, con un ritmo di crescita su base annua dell’1,2%, il più lento dal 2013. Gli indici iniziali compositi dell’attività manifatturiera per gennaio non sono migliorati, indebolendosi nel corso del mese e rimanendo a malapena in territorio espansivo. Contro questo scenario più morbido, è probabile che la Banca centrale europea si asterrà dall’aumentare i tassi un po’ più a lungo di quanto fosse prevedibile.
In Cina, la crescita del PIL reale è scesa al 6,4% anno su anno, in calo rispetto al 6,5% nel terzo trimestre del 2008. L’economia cinese è cresciuta del 6,6% nel 2018, il ritmo più lento dal 1990. La crescita economica cinese stava rallentando molto prima che la disputa commerciale con gli Stati Uniti aumentasse nel 2018 e l’escalation delle tensioni commerciali e l’attuazione di diversi cicli di tariffe contribuissero ad un ulteriore rallentamento. I politici cinesi hanno fatto del loro meglio per contrastare questo rallentamento attraverso stimoli monetari e fiscali, ma senza una chiara risoluzione della situazione commerciale, è probabile un rallentamento più marcato nel 2019.
Il Dipartimento del Commercio statunitense ha diramato in questi giorni un dato che alimenta certamente le paure di recessione: le vendite al dettaglio infatti sono crollate dell’1,2% nel Dicembre 2018, segnando il più grande calo degli ultimi nove anni. Praticamente ogni segmento di vendita al dettaglio ha sofferto, compreso i rivenditori su Internet. Quali impatti per l’economia nel 2019?
E’ difficile immaginarli dal momento che il mercato azionario è crollato a dicembre ed è immediatamente diventato di gran moda parlare di recessione,  con un ulteriore conseguente danno per le vendite.
Eppure poi il mercato azionario è rimbalzato a gennaio, la fiducia dei consumatori negli Stati Uniti rimane elevata. L’economia dovrebbe evitare una recessione fintantoché il mercato del lavoro rimane in salute , con la crescita dei salari, ma è improbabile che la crescita nel 2019 corrisponda alla forte performance del 2018. Ci sono dunque molti segni così contrastanti nella più importante economia a livello mondiale, che è davvero difficile prevederne l’impatto sui mercati se non quello di un consolidamento di una fase probabilmente duratura di turbolenza dei mercati stessi.

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