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Opportunità dalle small caps Intervista a Guglielmo Manetti, Amministratore Delegato di Intermonte

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Passato lo scoglio delle elezioni di Mid-Term negli Stati Uniti ci aspetta un contesto di volatilità sui mercati o una tendenza alla sua attenuazione?
Ci aspettiamo che i mercati possano beneficiare in generale di una minore volatilità dalle elezioni di mid-term, il cui risultato dovrebbe avere almeno parzialmente depotenziato Trump soprattutto per quanto riguarda le politiche aggressive sui dazi, uno dei principali rischi per la crescita globale. Detto questo, ci aspettiamo però che la forbice tra USA e resto del mondo (Europa in particolare) si possa allargare ulteriormente, in virtù anche di un trend di rialzo dei salari in USA molto più forte che in qualunque altra parte del mondo, con effetto benefico sia sui salari che sulla crescita reale dell’economia. Le tensioni politiche in Europa (Brexit in particolare) continuano ad agire da freno sul sentiment del mercato.

In Italia si sta ormai stabilmente sui 300 punti base di spread o sopra, livello che molti giudicano incompatibili con le stime di crescita del governo. Inoltre l’iter che dovrebbe portare all’adozione di un procedura di infrazione contro l’Italia sembra avviato. Cosa ci possiamo attendere?
Difficile pensare che il mercato italiano possa beneficiare di un significativo ritorno di attenzione da parte dei grandi investitori esteri, in un contesto in cui i principali punti di criticità per il mercato, ovvero la bassa visibilità dell’impatto positivo sulla crescita delle misure proposte dal governo, non sono risolti. Da un lato il mercato Italiano potrebbe beneficiare dal possibile riproporsi di una qualche forma di TLTRO da parte della BCE. Dall’altra però è difficile pensare ad un significativo calo dello spread, non accompagnato da azioni di politica economica che possano convincere maggiormente i grandi investitori internazionali.

 Che impatto invece ha l’attuale contesto sugli intermediari finanziari?
Vediamo 2 principali aspetti negativi sugli intermediari finanziari italiani specializzati: l’introduzione della MIFID 2 sta di fatto spostando il grosso dei volumi intermediati nelle mani di poche banche globali, che non hanno tuttavia un presidio di ricerca e analisi focalizzato sull’Italia. In un contesto di minore attrattività del mercato italiano, l’impatto negativo sulla liquidità degli scambi si concentra soprattutto sulle mid-small caps italiane, storicamente ben presidiate dagli intermediari italiani. Oltre a questo, l’incertezza politica sta agendo anche da forte freno alle operazioni di IPO o offerte di capitale sul mercato, esacerbando ulteriormente le difficoltà per gli operatori domestici focalizzati su ricerca, analisi fondamentale e vendita di equity story italiane all’estero.

Che tipo di sostegno può dare Intermonte nel suo naturale ruolo di investment bank indipendente e punto di riferimento sul mercato alle piccole e medie imprese?
Intermonte ha la maggiore presenza sul mercato italiano sia come capacità di ricerca che di vendita nel segmento delle mid-small caps, oltre ad essere leader di mercato nel corporate brokerage per il segmento delle aziende di piccole e media capitalizzazione. Dato il suo peculiare posizionamento, Intermonte è l’interlocutore ideale per aziende che vogliano accedere al mercato dei capitali sia sul mercato azionario che dei corporate bond. Indipendenza, stabilità del modello di partnership e autorevolezza dell’analisi e del sales desk nei confronti dei grandi investitori internazionali facilitano il posizionamento di Intermonte nei confronti delle aziende che vogliano affacciarsi al mercato italiano.

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