Come immagina il futuro della Consulenza Finanziaria in Italia dopo la “rivoluzione” Mifid II?
Non riesco a considerare la MiFID II come una “rivoluzione”, bensì invece come una seria, salutare e naturale “evoluzione” di un percorso iniziato dieci anni fa, che mettendo al centro la tutela del Cliente, la qualità della consulenza e la trasparenza dei costi, ha portato e porterà all’evoluzione della professione del Consulente (non più Promotore e non è solo una questione di naming…) Finanziario, della sua reputazione, della sua responsabilità sociale e porterà ad un’elevazione delle aspettative del Cliente. Sia le fabbriche prodotto (gli asset manager) sia gli intermediari (banche e sim), cavalcando e non subendo questa Direttiva, abbandonando residui di conflitti d’interesse, investendo in tecnologia e formazione, combattendo inefficienze, puntando sulla trasparenza e soprattutto sulla qualità della consulenza (quella vera) potranno consegnare al Cliente quel “valore aggiunto” che è nelle aspettative della citata Direttiva e della Clientela stessa. In questi ultimi due anni ho sentito troppe preoccupazioni circa l’effetto che questa Direttiva avrà sui margini di fabbriche prodotto ed intermediari; la maggior trasparenza porterà certamente ad una riduzione dei margini percentuali, ma il corretto approccio di cui sopra ed una focalizzazione sulla Clientela di segmento Affluent e Private, porteranno ad un aumento del mercato servito con soluzioni a “valore aggiunto” (in Italia c’è ancora troppa liquidità non investita) e ad un conseguente aumento dei margini in termini assoluti.
L’elevata volatilità dei mercati sembra destinata a durare nel tempo. Qual è il suo punto di vista al riguardo?
La volatilità è tornata e rimarrà un attore primario sui mercati finanziari dei prossimi mesi. L’uscita da una politica accomodante, prima della Banca Centrale Americana e, con la fine dell’anno, della Banca Centrale Europea, non potranno fare altro che alimentare questo trend. Se guardiamo a quanto è successo in questi ultimi anni, i mercati finanziari ci hanno abituato a buone performance con volatilità particolarmente contenuta, oggi non è più cosi, assistiamo a picchi giornalieri di volatilità anche oltre il 10%.
La qualità nella consulenza e la gestione attiva diventano quindi, a nostro parere, protagoniste con mercati così volatili; quello che stiamo consigliando ai nostri clienti è la diversificazione attiva del rischio; continueremo ad aspettarci volatilità soprattutto per elementi esogeni al mercato, alimentata in primis da tensioni geopolitiche; rimaniamo comunque positivi sull’azionario globale con una preferenza per il mercato azionario europeo e giapponese.
Le attese sugli utili europei sia per il 2018 sia per il 2019 confermano questo posizionamento. Sempre in tema di diversificazione gli investimenti socialmente responsabili oggi possono fungere da stabilizzatore di volatilità, come ad esempio gli investimenti riguardanti l’acqua o il cibo.
Con questi rendimenti come considera l’investimento in BTP decennali?
I Btp italiani scontano una volatilità elevata determinata soprattutto dalla dialettica politica tra Governo e Commissione Europea. Tale volatilità potrebbe perdurare fino a quando non sarà raggiunto un accordo definitivo tra le parti per poi ritornare verso valori più contenuti. La BCE rimane coerente con quanto dichiarato da parecchi trimestri, confermando che ridurrà gradualmente il suo programma di quantitative easing per la fine del 2018 senza cambiare i suoi tassi ufficiali prima dell’estate del 2019, ma senza far mancare il suo “sostegno”, grazie al mantenimento delle ampie consistenze di titoli in portafoglio attraverso il rinnovo delle scadenze.
Dopo le ultime valutazioni da parte delle Società di Rating, pare interessante che il rendimento italiano risulti maggiore di quello portoghese, pur avendo un rating migliore; questo potrebbe portare ad un aggiustamento dei pesi nei portafogli a favore delle emissioni italiane.
Il Gruppo BNP Paribas è entrato nel mercato della consulenza finanziaria poco più di 4 anni fa. In che modo pensate di distinguervi?
L’importanza e le ambizioni del brand BNP Paribas in Italia, ci imponevano di entrare in questo mercato in modo convinto e determinato ma, soprattutto, con un approccio innovativo e diverso. Siamo partiti quando erano già molto chiari i “pilastri” della MiFID II e chiari e consolidati i vari modelli delle Reti di Consulenza Finanziaria operanti in Italia. Avendo alle spalle uno dei più importanti Gruppi Bancari Internazionali e tra i più diversificati, abbiamo voluto creare una nuova figura di Consulente Finanziario; un professionista che fosse messo nelle condizioni di non considerare il Cliente solo come un “risparmiatore”, ma come una Persona: un padre di famiglia o un professionista o un imprenditore, con tante domande e tanti bisogni “patrimoniali” a cui garantire le migliori risposte possibili; il nostro Consulente Finanziario, che non a caso abbiamo chiamato Life Banker, in qualsiasi momento della vita del Cliente è nelle condizioni di prendersi cura di tutto il suo “patrimonio” e di fornire le soluzioni più adeguate ad ogni esigenza, dall’auto, alla casa, alle proprietà immobiliari, ai risparmi, all’azienda, alle partecipazioni, alla serenità della propria famiglia, al futuro dei propri figli. I nostri Life Banker lavorano in assoluta e vera sinergia con decine di società del Gruppo BNP Paribas, con le Agenzie e Centri Imprese di BNL e con i più importanti Asset Manager Internazionali (in assenza di conflitto d’interesse). Siamo convinti che questo innovativo approccio porti concreto “valore” al Cliente, al Life Banker ed al Gruppo BNP Paribas.