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“Un contratto da rispettare” Intervista a Claudio Borghi, Presidente Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei Deputati e Responsabile Economico della Lega

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Siamo alla vigilia della legge di stabilità: come pesano le diverse sensibilità dei due partiti di Governo in questo passaggio chiave?
Essendo Lega e Movimento 5 Stelle una coalizione nata da un contratto di Governo nel quale sono stati fissati certi punti, gli obiettivi da raggiungere sono già chiari per entrambe le forze politiche. Stiamo lavorando congiuntamente per iniziare con questa legge di Stabilitá a realizzare il nostro programma, nel rispetto degli accordi presi a quel tavolo.  

Non pensa che anche il solo studiare un “Piano B” per l’uscita dall’Euro possa creare aspettative che si auto avverano come appare trasparire dall’aumento dei flussi di capitali verso l’estero?
Questo Governo non è al lavoro per nessun piano B, ed è già stato chiarito. Nonostante questo, la verità è che tutti i paesi dell’Eurozona sono consapevoli che in un futuro lo scenario di uno smantellamento dell’area euro è possibile. Nessuno al momento sta meditando un’uscita dalla moneta unica, ma non significa che non potrebbe succedere, magari per un recesso unilaterale di altri. Di questa eventualità sono convinto, non ne ho mai fatto un segreto, come resto convinto che per l’Italia il recupero della sovranità monetaria sarebbe positivo per la soluzione di tanti problemi. Imputare a questo una fuga di capitali mi pare, pertanto, forzato. 

Dividere assistenza da previdenza è un primo passo, ma non si rischia di far pagare ancora una volta ai giovani la riforma della Legge Fornero?
L’aumento dell’età pensionabile, unitamente al Jobs act, ha reso più difficile l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, e parlano le cifre: l’Italia è uno dei paesi con il più alto tasso di disoccupazione giovanile in Europa. Assicurare il superamento della legge Fornero, parallelamente ad un progressivo smantellamento del Jobs act al fine di ottenere un mercato in grado di dare lavoro a tutti nel lungo periodo, soprattutto ai giovani e con più tutele è la ricetta che seguiremo.  

Il motivo principale che frena gli investimenti pubblici sono i troppi vincoli burocratici ad essi associati: come si può dare una vera svolta senza incidere su costi e trasparenza?
La semplificazione della burocrazia è uno degli obiettivi di questo governo, unitamente ad un programma di investimenti pubblici che lo stesso Ministro Tria ha da subito promosso.
Vi è necessità di un grande piano di investimenti pubblici, soprattutto in infrastrutture, a cui il governo sta già lavorando. Le risorse vincolate ci sono, dobbiamo solo utilizzarle.

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