I fondamentali sono ancora solidi e rimangono alla base della crescita economica, ma le tensioni commerciali aumentano l’incertezza e possono intaccare la fiducia delle imprese, come anche sottolineato dai governatori della Fed, Bce e dalla banca del Giappone. I mercati emergenti hanno portato i corsi azionari verso il basso.
Il dollaro americano si è rafforzato rispetto alle principali valute, ad eccezione di quelle considerate tradizionalmente dei beni di rifugio, Yen e Franco Svizzero in particolare. I fondi azionari e obbligazionari hanno visto i maggiori deflussi settimanali rispetto agli ultimi tre anni, anche senza una guerra commerciale in piena regola, gli attriti crescenti e le preoccupazioni per una guerra commerciale tra Usa-Cina stanno di fatto iniziando a pesare sulla fiducia delle imprese e la crescita. Gli importi in questione sono ancora modesti e anche se per ora stanno colpendo i settori solo legati all’esportazione, con auto e tecnologia particolarmente colpiti dai dazi doganali statunitensi, a tendere potrebbe colpire un numero crescente di settori economici.
In Europa, i rischi di natura geopolitica sono generati principalmente dalle incertezze del Regno Unito, in particolare nella mancanza di realizzare progressi sulle questioni principali alla Brexit, come ad esempio la politica sul confine irlandese. Il vice governatore della Banca d’Inghilterra, Jon Cunliffe, ha recentemente voluto avvertire che ci potrebbe essere un rischio per le famiglie britanniche che tengono alti livelli di debito in caso di recessione.
Oltre a questo, la sensibilità al rischio politico italiano permane particolarmente alta. Ad esempio la recente nomina dei capi delle commissioni parlamentari bilancio e finanze, dichiaratamente euroscettici, ha scatenato un’altra ondata di avversione al rischio. In questi frangenti, occorre sempre di più guardare a strategie non sul breve termine, senza panico dal momento che i fondamentali sono ancora robusti ed il mercato azionario europeo potrebbe essere ancora condizionato da fattori più favorevoli rispetto al mercato statunitense. Naturalmente la selezione di titoli azionari di qualità, dovrà essere sempre più alla base di qualunque strategia, prima ancora della scelta dell’indice del mercato di riferimento. Se infatti confrontiamo a titolo d’esempio l’indice MSCI EMU Quality ha realizzato una performance pari a +1,98% a partire dal 1 Maggio, mentre nello stesso periodo l’indice MSCI EMU ha realizzato una perdita pari al -1,75%-
Confronto Indici MSCI powered by eXact Analysis Spa