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“Sulla frontiera del credito” Intervista a Ignazio Rocco Di Torrepadula CREDIMI – Founder e CEO

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L’accresciuta volatilità dei mercati degli ultimi mesi che impatto sta avendo sul segmento Fintech?
In realtà, nonostante la volatilità dei mercati e la pressione sullo spread, per il momento i tassi di interesse di riferimento non si sono praticamente mossi; per cui l’effetto di breve sul fintech in generale e sul mercato del factoring in particolare, sono limitati, direi assenti a livello del costo dei finanziamenti per le imprese. Il contesto rimane comunque preoccupante, soprattutto considerando l’accresciuta instabilità del sistema globale e la recente introduzione di dazi incrociati tra i grandi paesi produttori. A tendere questa situazione potrebbe portare a un’ulteriore contrazione dei finanziamenti alle imprese più piccole da parte del sistema bancario tradizionale e a un costo del denaro in tendenziale crescita. Sono entrambi fattori che, nel caso di chi si occupa di digital lending come Credimi, potrebbero in teoria portare più opportunità che rischi, anche considerando la maggior flessibilità nel reperimento dei fondi rispetto al sistema bancario. 

I 17 miliardi sinora raccolti dal sistema coi PIR fanno fatica ad arrivare a destinazione delle small caps. Cosa si può fare al riguardo?
Dare più flessibilità rispetto ai titoli che possono essere inseriti nello strumento e farlo, cercando di mantenere equilibrato il rischio associato a questi strumenti; qui spezzo una lancia pro-domo nostra ma è un concetto che vale anche per altri intermediari simili a Credimi: in realtà noi cartolarizziamo i crediti commerciali che acquistiamo dalle imprese in un’obbligazione con scadenza 3 mesi e rendimento tra il 3% e il 4%;  questa obbligazione è diversificata e coperta da transazioni commerciali tra aziende sane di ogni settore e dimensione. Al momento questa obbligazione è già “Pir-compliant” a tutti gli effetti, e rappresenta un complemento ideale a portfolio di un PIR. 

In particolare in molte aree del paese le PMI pagano tassi assai elevati. Esistono soluzioni?
È ormai un dato di fatto che l’Italia si presenta come un Paese spaccato in due, oltre che sul piano politico, anche dal punto di vista del credito per l’impresa. La situazione è particolarmente difficile, soprattutto per le Regioni del Sud e per le Isole che, ancora oggi, pagano tassi medi sui finanziamenti su crediti commerciali – i cosiddetti autoliquidanti – praticamente doppi rispetto alle imprese del Nord. Ed è una situazione che diventa quasi insostenibile per le aziende più piccole; basti osservare che i tassi sui finanziamenti fino a 50.000 euro costano ancora oggi quasi il doppio della media nazionale, il 7,38% rispetto al 3,99%. E’una situazione che in parte deriva anche da fattori competitivi locali, non c’è una soluzione facile a questa situazione ma sicuramente rivolgendosi ad aziende ‘neutrali’ in termini di valutazione del rischio (dal punto di vista geografico) come Credimi le PMI possano avere la certezza di essere valutate in maniera oggettiva. 

CREDIMI è la piattaforma che ha registrato la crescita maggiore nel settore del digital lending in Europa. Quali sono gli elementi che maggiormente hanno contribuito a questo sviluppo?
E’una crescita che mostra una grande apertura delle imprese e dei manager italiani all’innovazione e al digitale, anche andando oltre le nostre più ottimistiche previsioni. Le ragioni che hanno stimolato questa apertura e portato i responsabili della finanza aziendale di tutt’Italia, appartenenti ad aziende di ogni settore e dimensione, a dare fiducia a Credimi sono le caratteristiche di velocità e semplicità di utilizzo del servizio, unite a una trasparenza e flessibilità sconosciute ai sistemi tradizionali; un’altra caratteristica che ci differenzia è la capacità di innovare e proporre continuamente ai nostri clienti miglioramenti del servizio di factoring ma anche nuovi servizi come, ad esempio, CreditQuote che stiamo testando e che permette di ottenere un’analisi creditizia gratuita dei propri clienti insieme al plafond e al costo del finanziamento dei loro crediti, tutto questo in 48 ore.

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