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Market review n.11 2018

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La settimana è stata dominata dagli sviluppi politici europei, con le tensioni crescenti tra i vari paesi sul tema immigrazione. Il governo Italiano, sul fronte economico,  ha confermato la determinazione della sua amministrazione a ridurre il debito dell’Italia nel tempo puntando alla crescita attraverso lo stimolo fiscale. Dato che il debito dell’Italia sta già superando il 130% del PIL, questo atteggiamento è un chiaro esempio di opinioni contrastanti con l’Europa. L’intenzione del nuovo governo di rimanere all’interno dell’eurozona è l’unica componente rassicurante in un quadro di annunci,  che quantomeno prevedono un aumento della spesa sociale, mantenendo così su livelli ancora ampi gli spread italiani.
In questo contesto, i diversi membri della commissione monetaria della BCE hanno confermato che l’imminente riunione discuterà il programma di acquisto di attivi da qui alla fine del 2018. Ciò segue un’inflazione superiore alle attese. I dati finali di maggio di PMI hanno leggermente battuto le aspettative con le vendite al dettaglio della zona euro in rimbalzo a 51,7, in rialzo rispetto ai 48,6 di aprile. I dati sulla crescita del primo trimestre hanno mostrato una robusta spesa per consumi e un graduale aumento degli investimenti, con le esportazioni che hanno trascinato verso il basso la cifra complessiva.
Negli Stati Uniti, la Fed ha alzato i tassi per la settima volta in un’economia persistentemente forte. L’ISM manifatturiero e non manifatturiero di maggio ha continuato a salire. Ma le tensioni commerciali si sono intensificate e con il vertice del G7 che ha contribuito alla turbolenza in corso sui mercati.
Le borse europee in calo sono influenzate da un lato alle decisioni della Fed di ieri, che come previsto ha alzato i tassi di un quarto di punto prevedendo un’ulteriore rialzo più del previsto entro la fine dell’anno e dall’altro dalla riunione del Consiglio direttivo della Bce di oggi, da dove verranno date le prime indicazioni operative sulla fine del programma di Quantititive Easing. A questo proposito la Bce si mostrerà poco incline a cambiare orientamento dopo l’aumento della volatilità del mercato, anche a seguito delle recenti frizioni di natura politica a seguito del G7 e nell’ eurozona dall’Italia in particolare. Viste le ultime indicazioni sull’inflazione dell’Eurozona in crescita, sarebbe comunque ampiamente giustificabile una conferma  dell’annuncio di un’ulteriore riduzione del QE già a partire dall’estate. Pur tuttavia la politica monetaria della Bce si dovrà mostrare in notevole misura ancora accomodante viste le tensioni politiche ancora sullo sfondo e che potrebbero tornare in superficie. Di conseguenza è probabile che i tassi sui depositi restino invariati per un lungo periodo di tempo.

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