Qual è l’impatto sui cittadini a seguito dei risultati elettorali e quale sarebbe lo scenario più probabile se si andasse a rivotare?
La reazione degli elettori è duplice. Da una parte stiamo registrando una attenzione particolare ai temi della politica. Questo lo verifichiamo non solo attraverso i sondaggi ma anche dalla consistenza del dibattito nei social e dall’audience dei talk show politici. Dall’altra però, e non è da sottovalutare, c’è una richiesta di “fare presto”. Mi spiego meglio. In questi giorni stiamo assistendo ai “giochi della politica”, le tattiche, la ricerca di alleanze. Ecco, questi sono gli aspetti che meno interessano gli elettori, gli italiani chiedono un governo subito, questo tatticismo esagerato potrebbe generare l’effetto di ri-allontanamento, della perdita di interesse e della mancanza di fiducia anche verso i nuovi attori politici. Bisogna stare attenti. Ormai si è capito che il voto è estremamente fluido. L’elettore non è più disposto ad attendere e può cambiare la scelta verso un partito anche da un anno all’altro. Per esempio in soli 4 anni il PD ha perso il 21%, la Lega ha conquistato il 12%. In passato solamente dopo il periodo di tangentopoli si registrarono variazioni così alte da una elezione all’altra. Comunque sia, il risultato dello scorso 4 Marzo è già cambiato. Al momento nei nostri sondaggi misuriamo un aumento del M5S di circa 3 punti, è sul 35%, un incremento della Lega di circa 4 punti, è al 21%. Tutti gli altri partiti perdono consenso. E’ trascorso solo un mese e già i cambiamenti sono in atto.
Perché gli elettori hanno premiato M5S e Lega e “punito” FI e PD?
Le ragioni sono tante. In primis bisogna dire che gli stessi elettori avevano dato credito in passato sia a FI che al PD. Poi si è rotto quel legame sentimentale che produce consenso e quindi, come dicevo prima, in una epoca in cui la fidelizzazione non è più un valore, ecco che la scelta può andare verso altri partiti in maniera repentina. E’ da specificare che anche questa scelta la possiamo definire di “prova”. La maggioranza dei votanti Lega e M5S non è certa che questi partiti riescano a risollevare le sorti dell’Italia, però hanno dato loro credito. Adesso tocca a Salvini ed a Di Maio utilizzare al meglio questo credito perchè altrimenti ciò che è accaduto il 4 Marzo a Renzi ed a Berlusconi la prossima volta potrebbe accadere a loro.
La parola “Europa” presenta ancora forti elementi di criticità e scetticismo, lo dimostra l’avanzata dei movimenti populisti e anti-sistema. Perché secondo lei?
Per quanto negli ultimissimi anni il racconto dell’Europa responsabile della crisi nel nostro Paese si sia un po’ affievolito, rimane comunque nell’immaginario collettivo l’idea che le responsabilità del declino economico dell’Italia siano dovute in misura maggiore alla stessa Europa più che alla nostra politica. D’altronde questo clima di opinione non viene registrato solo in Italia ma anche in altri Paesi europei che sono più ricchi di noi. In Italia ha contato molto la gestione dell’immigrazione. La sensazione degli elettori è che, quindi, l’Europa ci chiede soldi, impegni, ma poi operativamente ci lascia soli nell’affrontare problematiche che dovrebbero essere comuni. Ecco, forse il problema dell’immigrazione rispetto all’Europa questa volta è stato più forte delle sue presunte responsabilità sulla crisi economica.
Come si sta evolvendo il mercato degli istituti demoscopici e Noto Sondaggi ormai tra i leader in Italia nel campo della ricerca statistica e dell’elaborazione di strategie di comunicazione?
Questo è un settore in profonda evoluzione. Ormai si utilizzano metodologie molto diverse rispetto a 4-5 anni fa. I sondaggi fotografano il sentiment della popolazione in tempo reale e quindi hanno bisogno di adeguarsi velocemente a ciò che sono i nuovi comportamenti della popolazione. Bisogna saperli intercettare, prevederli e comprendere quanto i nuovi stili di vita possono influenzare sia le opinioni politiche che i consumi. Lo sforzo è appunto questo, avere una cultura aperta ai cambiamenti, accettarli e studiarli. Il primo che deve accettare il cambiamento deve essere il ricercatore. Abbiamo visto come queste elezioni ci hanno consegnato un’Italia molto diversa rispetto a 5 anni fa. Noi per fortuna già lo sapevamo, e quindi questa conoscenza è stato il nostro valore aggiunto che abbiamo dato ai nostri clienti.