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“Un approccio innovativo al credito” Intervista a Corrado Passera, Fondatore e Presidente Esecutivo di SPAXS

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La crisi del sistema bancario italiano volge al termine?
Le crisi che hanno investito il sistema bancario italiano sono almeno quattro e meritano quattro risposte diverse. La crisi della turbofinanza, quella dei derivati per intenderci, ha toccato anche l’Italia ma molto meno di quanto sia successo altrove.
Nei  paesi anglosassoni in particolare sono stati necessari – a differenza che in Italia – interventi pubblici enormi e addirittura nazionalizzazioni.
Con il prolungarsi della recessione in Italia, la crisi del credito deteriorato ha investito pesantemente le banche italiane da sempre molto esposte con l’economia reale. Ne stiamo a poco a poco uscendo, ma si potrebbe fare di più.
Poi ci sono stati i numerosi casi di pessima gestione – in taluni casi oltre i confini della legalità  – che hanno portato al fallimento di fatto di una decina di istituti.
Non si è trattato di una vera crisi strutturale, ma la somma di singoli casi che sono stati in qualche modo tamponati con grande onere per la collettività.
La crisi più recente e insidiosa è quella del cambio di paradigma gestionale che serve per rispondere alla sfida contemporanea delle nuove tecnologie, delle nuove concorrenze e delle nuove regole. A cui si aggiunge la drastica riduzione dei margini bancari dovuta alla politica monetaria. La risposta a questa quarta crisi è solo all’inizio. 

Cosa si potrebbe fare per accelerare l’uscita dalla seconda crisi, quella del credito deteriorato?
Tre aree di intervento prioritario. Rendere il mercato degli NPL – le sofferenze bancarie – più trasparente e quindi efficiente aumentando la dotazione informativa disponibile agli operatori.
Incentivare fiscalmente accantonamenti più alti ed accelerati sia sulle sofferenze ( NPL ) sia sugli incagli (UTP) per facilitarne la fuoriuscita dai bilanci bancari.
Accelerare le procedure giudiziarie di recupero crediti  non solo per le nuove posizioni ma anche sullo stock e rafforzare in maniera significativa le sezioni dei tribunali che devono smaltire l’enorme accumulato.
Dobbiamo rendere l’Italia un Paese normale, dove cioè i debiti commerciali e finanziari si pagano nei tempi contrattuali. 

“SPAXS SpA” destinata ad investire nei servizi finanziari, ammessa alla quotazione dal 1 febbraio, è con 600 milioni raccolti la più grande SPAC in Italia…
È una SPAC di maggioranza e non di minoranza: cioè non si limiterà ad acquisire una quota di minoranza di una banca target, ma la integrerà  totalmente capitalizzandola con tutti i proventi della raccolta. È una SPAC che rende gli interessi degli Investitori e dei Promotori molto allineati.
Non solo i Promotori si prendono la responsabilità della gestione della Business Combination, ma potranno convertire l’80% delle loro azioni speciali solo quando le azioni ordinarie degli Investitori si saranno rivalutate almeno del 60%.
È una SPAC che ha chiarito fin dal primo giorno cosa farà dei fondi ricevuti: darà vita ad una banca molto specializzata e complementare a quelle esistenti in quanto si occuperà di PMI con basso rating ma con alto potenziale, di PMI in difficoltà ma che da UTP possono ritornare performing e di PMI che sono diventate sofferenze ma per le quali esiste una possibilità rilevante di recupero. Sarà una banca molto tecnologica, senza legacy con il passato e in grado di servire in modo competitivo anche il mondo delle famiglie.

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