L’Euro Summit del 15 dicembre scorso è stata una tappa importante per l’unione economica e monetaria europea? Quali i prossimi appuntamenti?
Il Consiglio europeo di dicembre è stato un passo utile nel dibattito sull’approfondimento dell’UEM. Ha affidato all’Eurogruppo il mandato di completare l’Unione bancaria e di istituire il Fondo monetario europeo in vista di decisioni finali da prendere a giugno 2018. Ha inoltre fissato l’ordine del giorno delle prossime riunioni dei leader. Un vertice della zona euro si terrà a marzo per discutere gli altri aspetti e mantenere quindi un’agenda ampia e aperta sull’approfondimento dell’UEM, come proposto dalla Commissione europea. I leader torneranno su questi aspetti all’incontro di giugno, al fine di raggiungere una prima serie di decisioni operative e fornire ulteriori indicazioni sulla via da seguire.
Quali sono le questioni principali cui deve far fronte nel 2018?
Completare l’Unione bancaria e fare progressi sulle proposte presentate dalla Commissione il 6 dicembre 2017 sono le priorità principali. Mentre alcuni elementi sono indispensabili e devono essere attuati rapidamente per assicurare un’Unione monetaria sostenibile, altri richiedono una ulteriore maturazione politica e possono essere completati solo nel medio termine. Come priorità a breve termine dobbiamo finalizzare l’Unione bancaria e in particolare attuare il sostegno comune al Fondo di risoluzione unico. Nell’ottobre 2017, la Commissione ha indicato un possibile compromesso per arrivare ad una decisione sul sistema europeo di assicurazione dei depositi. Altri elementi del pacchetto del 6 dicembre per approfondire l’UEM, ad es. migliorare l’assetto istituzionale o i nuovi strumenti di bilancio per la stabilizzazione nel caso di shocks o fornire incentivi all’attuazione delle riforme, saranno discussi nel 2018. Alcuni di questi aspetti saranno sviluppati a maggio, come parte della proposta della Commissione per il quadro finanziario europeo pluriennale post 2020.
Per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2007 la maggior parte dei cittadini dell’UE si dichiara più ottimista riguardo al futuro dell’Europa. L’Italia è l’unica eccezione…
C’è una forte correlazione fra andamento dell’economia e ottimismo sul futuro dell’Europa. Siamo al quinto anno consecutivo di crescita in Europa, il quarto per l’Italia. Secondo l’ultimo Eurobarometro pubblicato a dicembre, la maggioranza degli europei (57 %) e la metà degli italiani è ottimista sul futuro dell’Unione Europea. È vero che gli Italiani rimangono più scettici della media europea. Non è una sorpresa ed è comprensibile. All’origine del minore ottimismo pesano le conseguenze economiche e sociali della crisi che ha colpito l’Italia più gravemente che molti altri paesi europei. Pesa anche la crisi migratoria che ha avuto un forte impatto sulla percezione, talvolta distorta, del ruolo delle politiche comunitarie. Sono personalmente convinto che l’ottimismo degli italiani sul futuro dell’Europa – e dell’Italia in Europa – continuerà a migliorare ora che l’economia ha ripreso a crescere ad un passo più sostenuto e che la disoccupazione giovanile inizia a ridursi. Ma c’è anche la necessità che una “narrativa” più positiva emerga nel dibattito politico nazionale.
Quali sono le maggiori sfide future per l’Italia, tenendo conto del calendario elettorale e alla luce della prossima fine del programma di Quantitative Easing?
Ridurre il debito pubblico è la prima priorità, anche alla luce della fine attesa degli interventi straordinari della BCE. Non si tratta di inventarsi misure straordinarie, ma di raggiungere e mantenere un avanzo primario sufficiente a mettere il debito su convincente traiettoria discendente. Lo ribadisco: non c’è contraddizione fra questo e il sostegno della crescita. Vale il contrario: al suo livello attuale, il debito si riflette in un’alta spesa per interessi e riduce il margine di intervento in ambiti più produttivi, come gli investimenti e la ricerca. Continuare a ridurre il tasso di crediti deteriorati nel settore bancario, dopo i rilevanti risultati nel 2017, rappresenta una seconda importante sfida. Più in generale, è necessario aumentare il potenziale di crescita economica, stimolando gli investimenti e la produttività. Importanti progressi sono già stati raggiunti in diversi campi: vanno rafforzati. L’attuale fase di crescita economica rappresenta un’importante opportunità per consolidare il percorso di riforma e mettere in sicurezza le finanze pubbliche. Un’ “operazione verità” dovrebbe ritrovarsi nei programmi elettorali delle forze politiche. Credo che gli italiani lo apprezzerebbero e contribuirebbe anche a rafforzare il ruolo dell’Italia in Europa.