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Market review n.12 2020

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La volatilità dei mercati rimane sempre molto alta, e non certo aiuta il peggioramento della situazione negli Usa dove cinque Stati hanno registrato nel fine settimana record giornalieri di contagi con il virus che flagella soprattutto gli Stati del Sud e dell’Ovest del Paese.
La Federal Reserve ha acquistato fino a metà giugno più di 400 milioni di dollari in bond di singole aziende, investendo in colossi presenti nei settori della distribuzione e telecomunicazioni, ma anche nel petrolifero e tabacco. Le transazioni rappresentano il primo acquisto di bond societari da parte della Fed nell’ambito dei nuovi programmi per contrastare gli effetti della pandemia.
E’ attesa invece da Francoforte l’aggiornamento sull’andamento settimanale degli acquisti di asset in ambito sia di ‘Qe’ sia di ‘Pepp’. Sulla politica ultra espansiva della Bce ci sono state alcuni rilievi  contrastanti se da un lato infatti un giudice dell’Alta Corte tedesca ha dichiarato che la decisione se la Germania debba ritirarsi dal programma di acquisto titoli della Bce spetta alla Bundesbank, dall’altro si è espresso anche l’esponente del consiglio Schnabel il quale ha affermato che gli acquisti di bond sono necessari e che i benefici superano gli effetti collaterali mentre il collega Villeroy de Galhau ha ribadito che la Bce dovrà mantenere la propria politica monetaria fino a quando l’inflazione non imboccherà chiaramente la strada indicata dal target.
In questo contesto  i titoli di stato italiani riprendono a scambiare da 176 punti per il differenziale Italia-Germania a 10 anni e da 1,29% per il tasso del decennale di riferimento. Le attese sulla dinamica dei prezzi al consumo, a livello di intera zona euro monitorata con particolare attenzione dalla Bce, sono di un indice armonizzato tendenziale in lieve accelerazione a 0,6% dallo 0,5% finale di maggio. E’ previsto un rimbalzo sul dato di giugno dell’Economic sentiment della zona euro con il consensus che prospetta un rialzo a 80,0 dal precedente 67,5.
Calo maggiore delle attese invece si è verificato per le vendite al dettaglio di maggio in Giappone per gli effetti del coronavirus. Il dato ha visto una contrazione del 12,3% su anno a fronte di un consensus per un più contenuto -11,6%. In aprile il calo era stato del 13,9%, il peggiore dal marzo 1998.

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