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Market review n.07 2020

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Poiché il virus COVID-19 si è diffuso in tutto il mondo e i governi hanno chiuso gran parte delle loro economie nel tentativo di limitare la trasmissione, è diventato evidente a livello globale che la crescita economica sperimenterà una forte e sincronizzata flessione nel primo trimestre del 2020. Gli effetti iniziali dovrebbero essere avvertiti soprattutto in Cina, dove le vendite al dettaglio di gennaio-febbraio sono crollate del 20,5% rispetto all’anno precedente e la produzione industriale è scesa del 13,5%.
Anche con un certo miglioramento a marzo, il PIL cinese senza dubbio subirà un forte calo nel primo trimestre. Mentre i primi effetti si sono fatti sentire in Cina, il rallentamento dell’economia è probabile che sia molto diffusa. Il PIL del primo trimestre per Singapore – paradigma per l’economia globale – è in forte contrazione, con debolezza concentrata nel settore dei servizi. Nel frattempo nell’Eurozona, le PMI del settore dei servizi sono scese ai minimi storici, evidenziando che il settore dei servizi sarà probabilmente ancora più colpito dalla crisi COVID-19 rispetto al   settore manifatturiero.
Con le recessioni che si profilano per la maggior parte delle grandi ed emergenti economie, le banche centrali hanno risposto con una diffusa agevolazione, che comprende, tra le altre azioni sia la riduzione dei tassi di interesse sia l’acquisto di asset. I governi hanno risposto anche con stimoli fiscali, anche se il grado di stimolo varia molto tra i vari paesi. Un tema dirimente nelle prossime settimane è se l’Eurozona sarà in grado di fornire un sistema coordinato di risposta fiscale in tutta la regione. Considerata l’estensione dello shock economico, anche con l’azione monetaria e fiscale, le previsioni del PIL confermano sempre una contrazione di oltre il 2,5% a livello globale nel 2020.
Negli Stati Uniti nonostante un forte inizio d’anno la crescita economica si è arrestata a marzo, quando l’allontanamento sociale si è accentuato e le aree metropolitane che ospitano più di tre quarti della nazione la popolazione hanno attuato politiche di domiciliazione forzata. La maggior parte del calo di attività si verificherà nel trimestre in corso, ove si aspetta un calo del PIL reale di più del 20% su base annua con un tasso di disoccupazione superiore al 15%.
In un contesto di contenimento del contagio del virus, tuttavia la situazione non dovrebbe trasformarsi in un’altra grande depressione. Il Congresso, l’amministrazione Trump e la Fed hanno infatti attuato politiche significative e ben mirate che dovrebbero prevenire la crisi sanitaria e la conseguente crisi economica con un innesco di una crisi finanziaria. Dopo la flessione nel secondo trimestre, l’economia ricomincerà a riprendersi quest’estate, con un rimbalzo del PIL nel terzo trimestre ad un tasso su base annua superiore al 7%.

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