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Market review n.06 2020

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L’epidemia di COVID-19 in rapida evoluzione e le misure che le autorità di tutto il mondo stanno adottando per combatterlo costringono ad aggiornare settimanalmente le previsioni che sono di volta in volta pubblicate. Nel contesto attuale l’economia statunitense potrebbe contrarsi di oltre il 5% (non annualizzato) nei prossimi due trimestri, che sarebbe la più profonda flessione dell’economia statunitense nel secondo dopoguerra. Tuttavia, la Federal Reserve ha recentemente intrapreso una serie di misure per mantenere il flusso di credito alle imprese e famiglie, e sembra che il Congresso approverà presto misure fiscali significative che dovrebbero attutire parzialmente i colpi all’economia. Nell’ipotesi che il virus non si ripresenti ancora quest’autunno con effetti devastanti, l’economia dovrebbe dunque iniziare a riprendersi nel corso dell’anno.
A livello globale, le previsioni attuali in media si attestano su una diminuzione del PIL reale di oltre il 2% nel 2020, il che sarebbe anche un record di contrazione su base mondiale. Ma esattamente come le precedenti previsioni per gli Stati Uniti, sembra anche che le previsioni di crescita del PIL mondiale siano troppo ottimistiche. A causa della marcata accelerazione dei casi COVID-19 e delle misure che le autorità dei diversi paesi hanno adottato nei giorni scorsi per combatterlo, ci troviamo infatti ora di fronte ad una flessione più profonda dell’attività economica globale.
In particolare anche il PIL reale nell’Eurozona potrebbe crollare nel secondo trimestre ad un ritmo di tasso annualizzato di circa il 15%, superando il tasso di contrazione che era stato registrato durante i giorni più bui della crisi del 2008. Molti paesi dell’area dell’euro sono essenzialmente bloccati al momento, così molte aree di queste economie sono arrivate ad un brusco arresto. Ma anche in questo caso, partendo naturalmente dal presupposto che le misure di distanziamento sociale che sono state messe in atto riescano a porre fine allo scoppio dell’epidemia in Europa, l’attività economica nella zona euro dovrebbe iniziare a stabilizzarsi nel corso dell’anno. In ogni caso, un calo del PIL reale nell’area dell’euro di circa il 4% quest’anno potrebbe rappresentare una stima probabile come valore medio. Le spese per i consumi impattano notevolmente su questa flessione, dal momento che rappresentano circa due terzi della spesa complessiva nell’economia, con flessioni vistose in particolare per alcune categorie di consumi discrezionali maggiormente penalizzate, come i viaggi, i ristoranti, gli alberghi, ecc., che stanno subendo arresti improvvisi e totali.

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