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Market review n.22 2019

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L’indice S&P 500 ha raggiunto nuovi massimi record di tutti i tempi e la performance è quasi il 25% del prezzo dell’indice su base annuale (YTD), in questo contesto molti investitori guardano il comparto azionario dei loro portafogli e si chiedono perché i loro rendimenti sembrano inferiori a quello che ogni giorno viene pubblicato sui mercati. Nel complesso degli investimenti azionari, gli indici internazionali emergenti e sviluppati hanno significativamente ritardato rispetto a molti indici azionari nazionali. Ma trascurando questo fattore contrario delle azioni internazionali rispetto alla tendenza domestica, cosa succede con i portafogli di molti investitori individuali che hanno registrato nel complesso deboli performance?
Probabilmente molti investitori hanno detenuto troppa liquidità per la maggior parte di questo periodo di crescita del mercato. Le ragioni sono molte, ma soprattutto coloro che per ragioni di età erano rimasti investiti durante lo scoppio della bolla tecnologica dopo i massimi del marzo 2000 e poi la successiva crisi finanziaria del 2008 sono stati generalmente molto più cauti durante questa ripresa mantenendo investito la maggior parte del patrimonio in liquidità. Un’altra considerazione è più specifica e riguarda gli investimenti nei settori ad alta capitalizzazione, in particolare il settore dell’Information Technology rappresenta circa il 22% della capitalizzazione di mercato totale dell’indice S&P 500. Sulla base di dati recenti  gli investitori in generale – probabilmente segnati anche in questo caso dai minimi borsistici del marzo 2009 –  risultano piuttosto sotto investiti in questo settore con le migliori performance. Si consideri che al momento il settore Tech è in crescita di poco più del 40% da inizio anno. Ciò significa che questo settore ha contribuito quest’anno per oltre il 20% del rendimento del prezzo dell’indice S&P 500.
Nell’area Euro, l’inflazione rimane contenuta dopo un ulteriore calo in ottobre, sulla base del profilo di crescita anemico della regione. È improbabile che ci siano grandi sorprese al rialzo nell’indice armonizzato dei prezzi al consumo di novembre, che dovrebbe rimanere ben al di sotto dell’obiettivo, giustificando così una politica monetaria meno rigida. Tuttavia, con la perdita di efficacia delle misure della Banca centrale europea e l’esaurimento delle munizioni da parte della banca centrale, la spesa fiscale e le riforme strutturali dovrebbero svolgere nel breve termine un ruolo più importante nel produrre stimoli all’economia, ma un aumento dell’allentamento fiscale e un introduzione possibile di riforme strutturali – ad oggi non in agenda – probabilmente si potranno e si dovranno avviare solo con l’aggravarsi dei dati macroeconomici.

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